latte
trasformazione & dintorni

Latte, tutti i retroscena della lunga trattativa sul prezzo

Quello andato in onda ieri, più che un accordo sul prezzo del latte, è stata l’ultima puntata di una serie cominciata alla fine di novembre. E’ allora, infatti, che i contatti tra Italatte, la controllata Lactalis che acquista circa il 12% del latte italiano, e le sindacali agricoli si fanno più intensi. Si trattava di fare il nuovo prezzo per i primi sei mesi 2023 dopo un anno già talmente difficile, ill 2022, da aver indotto l’azienda a lanciare un appello congiunto con il concorrente Granarolo sul tema del prezzo. Si arriva verso Natale con un clima piuttosto teso: il quadro dei costi è difficile da qualsiasi parte lo si guardi, allevamento o trasformazione, e la Gdo continua a lanciare l’allarme sui consumi, oltre a chiedere una moratoria sugli aumenti dei listini. Anche il mercato mondiale, pur dentro la bolla natalizia, mostra segnali di cedimento. La parte agricola arriva al tavolo della trattativa con un progetto chiaro: iniziare l’anno a quota 60 centesimi. Lactalis Italia dal canto suo non vuole scendere troppo sul prezzo del latte perché teme una retromarcia della distribuzione sugli aumenti concessi e spera di ottenere le firme proponendo un prezzo di 57 centesimi per i primi sei mesi, probabilmente il più alto nella storia. Ma sorprendentemente trova la porta sbarrata e la trattativa si chiude in modo ancora più teso. Si conferma per gennaio il prezzo del latte di dicembre, cioè 60 centesimi, poi si vedrà. Pochi giorni dopo Lactalis propone l’offerta direttamente ai conferenti, ottenendo la firma di alcune cooperative ma trovando anche porte chiuse; le sindacali hanno chiamato alla resistenza con un tam tam attraverso social, gruppi whatsapp, telefonate e mail sotto l’albero. E alla fine si arriva ai 57,5 centesimi fino a giugno stabiliti ieri.

Ma questa è anche una storia di rapporti, ambizioni, veti incrociati e potere che si sono rincorsi nei giorni passati tra una trattativa e l’altra. Con Coldiretti in cerca di una vittoria ma anche di una rivincita e Lactalis che, con la nebbia che c’è oggi sul futuro, sceglie la via diplomatica consegnando un risultato agli ‘avversari’ per non rischiare perdite di latte, conflitti o ribassi di listini. Qualcuno, spaventato dal procedere di questo sassolino partito a dicembre lungo una ripida discesa, ha quasi tirato un sospiro di sollievo: in ogni caso il numero ‘6’ davanti non c’è più. E già questo viene considerato un risultato. Altri, guardando ai payout (dato odierno da Clal.it: Grana Padano 56,83 – burro+smp: 35,45), sono molto preoccupati per i mesi a venire. Di sicuro, il coraggio è rimandato al futuro. Nessuno dice quanto dovrebbe essere davvero il prezzo, quasi nessuno parla dei dati globali, nessun altro grosso player si è mosso. Eppure è proprio di questi giorni la polemica durissima fra Centromarca e Federdistribuzione in tema di listini e rincari. Con i primi che dichiarano un ormai insostenibile affanno e gli altri che chiedono di fermarsi. Entrambi hanno perso per le strade della guerra e degli aumenti i loro margini. E giorno per giorno vedono sfumare i consumi. Perché se oggi gli allevatori ricevono un prezzo più alto del valore di mercato (altri player europei, come Friesland Campina, hanno rivisto il prezzo al ribasso) a fronte dei loro costi (e di tutto quello che si è aggrovigliato in questa trattativa) l’anello finale della catena ha le tasche sempre più vuote. E all’orizzonte non vede altro che aumenti, mentre i risparmi sfumano. L’Antitrust vieta alle aziende della trasformazione di fare trattativa comune sul prezzo del latte perché sarebbe un cartello (anche se poi per il mondo agricolo scendono in campo tutti i rappresentanti) ma mai si è occupata di capire che posto abbia il consumatore in questi consessi, dove viene stabilito un prezzo che finisce per diventare riferimento nazionale ‘di fatto’. Già oggi l’inflazione, sui formaggi, è superiore di circa 7 punti al tasso medio. Cosa accadrà adesso con gli altri competitor europei, prima di tutto tedeschi, che stanno tornando a riempire i frigoriferi italiani, in particolare dei discount, con prodotti più economici?

One thought on “Latte, tutti i retroscena della lunga trattativa sul prezzo

Comments are closed.