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Latte: Dalla Bona offre 60 centesimi per tre mesi. Ma intanto all’estero…

Il nuovo anno si è aperto con lo stesso grande interrogativo con cui si è chiuso il precedente: dove andrà il prezzo del latte? Quanto proporre agli allevatori? E per quanto tempo? Sul piatto ci sono il contratto siglato da Italatte, 60 centesimi per il solo mese di gennaio, e la replica di Granarolo, che ha scelto di seguire la stessa strada. Durante le feste c’è stata anche la lettera inviata da Lactalis ai suoi conferenti, nella quale viene proposto lo stesso contratto illustrato in trattativa, cioè 57 centesimi per sei mesi. Ma il mondo del latte comprende centinaia di attori e ciascuno sta seguendo la propria strada. Così ha fatto ad esempio Dalla Bona che, probabilmente temendo anche di perdere stalle e latte, ha offerto 60 centesimi per il primo trimestre 2023. La comunicazione è arrivata agli allevatori con una breve missiva, nella quale l’azienda, che produce formaggi grana Dop e non Dop, spiega: “In considerazione dei contratti chiusi a livello nazionale, dell’andamento del mercato lattiero caseario e degli incontri avuti in questi giorni, vi proponiamo un prezzo di 60 centesimi per il periodo che va dal 1° gennaio al 31 marzo 2023”.

Altre sarebbero le aziende che hanno seguito questa strada, sul prezzo, mentre molte restano in attesa di conoscere le mosse dei grandi player e gli andamenti del mercato, sia sul fronte consumi ed export sia su quello dei costi di energia e materie prime. Nel frattempo, però, le indicazioni che arrivano dal mercato sembrano raccontare un’altra storia. Le offerte di latte spot estero che stanno ricevendo le aziende italiane riportano ben altre cifre: per la prossima settimana i prezzi viaggiano sui 43 centesimi partenza dalla Germania e sui 46 partenza dall’Ungheria. Ma anche per quanto concerne il latte italiano commercializzato in cisterne, i venditori segnalano prezzi alti ma chiedono alle aziende di formulare un “prezzo pagabile”. Segno che in questo momento vendere il latte, a certe cifre, è diventato davvero difficile, almeno sul mercato dello spot. Fatti cui si aggiungono le indicazioni che arrivano dal retail e le analisi sul comportamento dei consumatori, che durante le Feste hanno mostrato comunque una certa difficoltà all’acquisto.