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Lo scontro nel largo consumo. Giorgio Santambrogio (Gruppo VéGé) a Centromarca: “Troppe richieste di aumenti dalle aziende, a gennaio”

Si infiamma il clima del largo consumo italiano. Dopo le parole del presidente di Centromarca Francesco Mutti, che in una conferenza stampa a Milano, ieri, ha respinto l’ipotesi di moratoria degli aumenti dei listini avanzata dalla Gdo “perché determinerebbe sia turbative in un mercato che nel tempo ha migliorato la sua efficienza, sia distorsioni nella concorrenza non compatibili con la normativa antitrust”, arriva la risposta di Giorgio Santambrogio (in foto).

L’ad del Gruppo VéGé spiega, in una nota: “Circa un mese fa è stato fatto un appello alle imprese dell’Industria del largo consumo, chiedendo loro la disponibilità ad avviare un confronto per frenare gli aumenti di listino. Tutto ciò al fine di dimostrare un senso di responsabilità verso le Famiglie, le Imprese ed il Paese (richiamo che già allora fece infuriare l’industria, ndr). Oggi, l’industria del consumo lamenta che ‘inappropriate dichiarazioni di terzi potrebbero far presumere all’opinione pubblica e ai policy maker che gli autonomi interventi delle singole industrie sui listini, siano frutto di decisioni puramente speculative’. Nulla di tutto ciò: il comparto del retail italiano desidera ancora una volta partecipare ad un tavolo congiunto tecnico per studiare insieme le diverse concause che portano a tali aumenti di listino”. Un tema questo, su cui Mutti ha già indirettamente risposto, chiarendo che Centromarca “resta ampiamente disponibile a discutere con il Governo, ad un stesso tavolo che coinvolga le aziende della moderna distribuzione, per ragionare su vie di sbocco percorribili a una situazione complessa che ha investito la filiera e il Paese”.

Santambrogio: “Richiesti aumenti per 16 punti nominali”

La nota di Santambrogio entra poi nel vivo della questione degli aumenti: “Se, insieme, si valuta che le materie prime stanno ancora impennandosi, che i costi stanno ancora drammaticamente salendo allora sarebbe scorretto contestare tali aumenti di listino. Ma se i costi primari stanno scendendo (materie prime, noli, energia, carta, etc), allora rimane viva la perplessità sul fatto che al 25 gennaio si siano già ricevute oltre 470 richieste di aumenti, per oltre 16 punti nominali”. Anche su questo tema le parole di Centromarca sono state piuttosto chiare: “Non fa piacere aumentare i listini, ma non si può fare altro di fronte a dinamiche di mercato che hanno generato extracosti insostenibili per l’industria”.

Infine c’è anche la querelle sulla Mdd come elemento distorsivo della concorrenza che la Gdo avrebbe a disposizione, cui Santambrogio risponde: “La Mdd non altera assolutamente la concorrenza, anzi. La scelta dei consumatori si basa sugli aumenti dei costi nel carrello e l’obiettivo della Mdd rimane quella di fornire un’alternativa di alta qualità, ma accessibile a tutti”. Durante l’incontro di Centromarca, però, un intervento di Angelo Massaro, general manager per l’Italia di Iri, ha confermato il cambio nei rapporti di forza tra Gdo e industria: “Negli ultimi sei mesi osserviamo una riduzione sugli scaffali dei prodotti a marca industriale che lasciano il posto all’offerta delle marche del distributore“.

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