Proprio al fotofinish, nella giornata di ieri, Italatte, controllata di Lactalis Italia, ha siglato l’accordo semestrale per il prezzo del latte con le organizzazioni sindacali che rappresentano i propri conferenti. Confermato il prezzo di 60 centesimi già stabilito per gennaio, l’intesa prevede di applicare 57,5 centesimi da febbraio a giugno, con l’accordo di rivedersi ad aprile per esaminare l’andamento del mercato e verificare la correttezza del prezzo. Si tratta di uno degli accordi più sofferti di sempre. La partita era cominciata a dicembre, quando Lactalis Italia si era presentata al tavolo offrendo 57 centesimi per sei mesi, da gennaio a giugno. Di fronte al secco no degli allevatori, la trattativa si era chiusa con un non accordo, cioè con la fissazione del prezzo valido per il solo mese di gennaio 2023: 60 centesimi al litro. Gli allevatori chiedevano invece 60 centesimi per sei mesi, prezzo al quale l’azienda, visto anche l’andamento del mercato, che mostrava già segni della pesante flessione che vive oggi, non era disposta ad arrivare. Così si è deciso di rivedersi a gennaio con la speranza, dei conferenti, che il mercato offrisse la possibilità di confermare i 60 centesimi. Così non è stato e tutto si è chiuso, fra telefonate e veti incrociati, con l’accordo a 57,5 centesimi che appare senza dubbio alto rispetto a quanto si vede sia sul mercato trade sia per quanto riguarda i consumi. La notizia era attesa da tutto il mercato che, da sempre, guarda al prezzo fissato da Lactalis Italia per poi fare le proprie mosse. Ma, senza dubbio, non era così alto il prezzo nel quale il mercato sperava.