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Parmigiano Reggiano, il giro d’affari tocca il massimo storico, nel 2021: 2,7 mld di euro

Presentati, questa mattina a Milano, i dati relativi al 2021 del Parmigiano Reggiano, che si è chiuso positivamente per quanto riguarda vendite e prezzi, con un giro d’affari al consumo che tocca il massimo storico: 2,7 miliardi di euro contro i 2,35 miliardi del 2020. Da record anche il valore generato alla produzione, con 1,71 miliardi di euro contro gli 1,52 miliardi del 2020.

Parmigiano Reggiano, anche la produzione è da record: raggiunte 4,09 milioni di forme

Il 2021 è stato un anno record anche per la produzione, che cresce complessivamente del 3,9% rispetto all’anno precedente. I 4,09 milioni di forme (circa 163mila tonnellate) rappresentano il livello più elevato nella storia del Parmigiano Reggiano. Volumi che orientano il Consorzio a puntare sempre di più verso l’estero, come hanno spiegato ai giornalisti Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio di tutela, e Gugliemo Garagnani, vicepresidente (in foto con il moderatore, Dario Donato). L’export rappresenta una grande opportunità di sviluppo per una produzione in continua, ma programmata, espansione. Negli ultimi quattro anni, infatti, la produzione è aumentata da 3,7 milioni di forme a 4,09 milioni di forme, registrando una crescita pari al 10,6%.

Quotazione media a 10,34 euro al chilogrammo

Nei mercati, il Parmigiano Reggiano ha registrato, nel 2021, una quotazione positiva e stabile: la media annua è stata di 10,34 euro al chilo (Parmigiano Reggiano 12 mesi da caseificio produttore), con oscillazioni di prezzo contenute tra 10,25 euro/kg e 10,40 euro/kg. Ricordiamo che nel 2020 la media era stata di 8,57 euro/kg e nel 2019, prima dell’inizio della pandemia, di 10,76 euro/kg (fonte: Borsa Merci Comprensoriale di Parma).

Una Dop sempre più internazionale

Per quanto riguarda la distribuzione dei consumi il mercato del Parmigiano Reggiano sta diventando sempre più globale. L’Italia, che rappresenta il 55% del mercato, ha registrato un incremento dei consumi pari al +4,5% rispetto ai livelli pre-pandemia: 89.101 tonnellate nel 2021 contro le 85.258 del 2019. Il dato risulta essere in leggera flessione (-1,3%) se comparato a quello del 2020: anno straordinario in cui, a causa del primo lockdown, si registrò un boom dei consumi domestici del prodotto.

La Gdo rimane il primo canale distributivo (51%), seguita dalle vendite dirette dei caseifici che registrano un forte aumento, e dall’industria (14%), che beneficia della crescente popolarità dei prodotti caratterizzati dalla presenza di Parmigiano Reggiano tra gli ingredienti. Il canale Horeca resta il fanalino di coda, e quindi con un enorme potenziale di sviluppo, ma recupera volumi e si attesta al 7% del totale rispetto al 2% registrato nel 2020. Il restante 8% è distribuito negli altri canali di vendita.

L’export a quota 45%. Ma Brexit costa cara al Parmigiano Reggiano: -15,6% in Uk

La quota export è pari al 45% (+2,9% di crescita a volume rispetto all’anno precedente). Gli Stati Uniti sono il primo mercato (21% dell’export totale), seguito da Francia (19%), Germania (17%), Regno Unito (11%) e Canada (5%).

Le migliori performance sul 2020, nei mercati più importanti, sono state registrate negli Usa (+10,4%), in Francia (+4,5%) e in Canada (+5,5%). Crescono anche la maggior parte dei mercati europei, in particolare Svizzera (+14,7%) e Svezia (+13,2%). Perde terreno il Regno Unito (-15,6%) a causa di Brexit, e la Germania (-1,9 % ma dopo una crescita importante rispetto al 2019).

Bertinelli: “Posizionare il Parmigiano Reggiano su una traiettoria di crescita forte e di lungo periodo”

“La tregua che il Covid sta dando all’Europa potrebbe preludere, secondo l’Oms, alla fine della pandemia – è l’auspicio di Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano – La nostra filiera non solo ha retto all’onda d’urto del Covid ma in questo anno è riuscita a espandere i consumi e a trovare la stabilità dei prezzi alla produzione. Ora che stiamo uscendo da questa fase, dovremo fare fronte ai riflessi di un mercato che è stato tonico ma che potrebbe manifestare – a seguito di un aumento produttivo trainato dai prezzi e dalla domanda – dei problemi di eccesso di offerta. Il piano marketing e i nuovi piani produttivi, deliberati in Assemblea a dicembre 2021, sono i due strumenti principali con i quali ci apprestiamo ad affrontare queste sfide di breve e medio termine per posizionare, ancora una volta, il Parmigiano Reggiano su una traiettoria di crescita forte e di lungo periodo”.

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