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Le interviste di InsiderDairy. Fabio Leonardi (Igor): “E’ l’autunno che ci preoccupa, per il latte”

Fabio Leonardi (in foto) non ha bisogno di presentazioni. Amministratore delegato di Igor, l’azienda della famiglia Leonardi, è anche vicepresidente del Consorzio di tutela del Gorgonzola e consigliere delegato all’internazionalizzazione in Assolatte. Chiunque glielo riconosce: è uno di quegli imprenditori ‘con la valigia’ che sviluppano, un viaggio dopo l’altro, i mercati esteri. Oggi la situazione è talmente turbolenta, su tutti i fronti, che che si potrebbe parlare con lui per giorni. Abbiamo provato a condensare i tanti temi in 15 domande. 

A preoccupare nel dairy, più ancora del prezzo è la mancanza di latte. Attuale e per i mesi a venire. Qual è la situazione, nel mondo del Gorgonzola?

La produzione di Gorgonzola, nei primi quattro mesi dell’anno, è calata del 6,82%. Ed è fisiologico, in questo periodo; la situazione attuale ha solo anticipato un po’ questo trend. D’estate, I consumi calano del 60% nel nostro Paese e l’Italia assorbe il 60% della produzione. Ma è l’autunno a preoccupare. 

Perché?

Oggi i magazzini, in generale, sono piuttosto scarichi: la produzione di Gorgonzola dovrà tornare a salire. I quantitativi di latte invece non lo faranno. Già oggi c’è carenza, in Italia. 

E sul fronte costi?

Non è solo il latte a crescere. Gli aumenti dei costi, per il nostro settore, impattano almeno per il 30%, complessivamente. Inutile fare l’elenco: tutti sono esplosi. 

Inevitabile parlare anche di aumenti dei listini, motivo di scontro con la Gdo…

Di fatto ci viene riconosciuta l’inflazione. Un aumento che non basta neanche a coprire il costo del latte. L’industria sta sostenendo il mercato agricolo in maniera forte. Ma fino a quando?

Il quadro delle relazioni, anche consolidate, sembra mutare velocemente nel settore. Cosa ne pensa?

In generale, c’è una litigiosità negoziale che non si era mai vista prima. 

Parliamo dell’export. C’è un problema sui dati Istat, per ciò che riguarda i formaggi, ma sembra stia sempre crescendo…

Si, le cifre 2022 sono in corso di revisione, stiamo aspettando le correzioni. Ma fin da subito abbiamo avuto la sensazione, anche direttamente, che i dati di inizio anno fossero sovrastimati. Quel che sappiamo per certo è che il finale 2021, così come l’anno intero, è stato ottimo, con performance incredibili in alcuni casi. Ma sul 2022 ci sono anche delle ombre. 

Ad esempio?

Il calo nell’area asiatica, con la chiusura di Shangai e i lockdown che interessano la regione. Solo in Giappone, già nel 2021, abbiamo perso il 3,1% a causa delle restrizioni. E c’è il problema del Regno Unito post brexit, al terzo posto nel nostro export ma con una secca battuta d’arresto del 4,5% già nel 2021.

Torniamo alle luci…

Le cifre 2021 dimostrano che l’Europa non è affatto un mercato maturo, come si dice sempre. Siamo cresciuti e ci sono ampi margini per poterlo fare ancora. Ad esempio, in Spagna, oggi al sesto posto nel nostro export. Ma anche in Francia e Germania. 

E’ importante sviluppare i mercati più prossimi?

Gli ultimi tempi ce lo hanno dimostrato. Certo, oggi con la sospensione dei dazi gli Usa crescono del 20%, a volume, e sono il nostro quarto mercato di destinazione. Ma dopo Biden?

Ci state lavorando, come Assolatte, a questo problema?

Si, insieme al nostro ministero degli Esteri. 

La produzione di Gorgonzola piccante cresce. Anche questo è merito dell’export?

Sì, sono aumentate le esportazioni in Giappone e Corea, dove è particolarmente apprezzato. Poi c’è stato anche un grande sviluppo da parte dei discounter europei, che propongono confezioni miste con il dolce e il piccante. 

I risultati stanno premiando l’export di formaggi made in Italy. Qual è la ricetta?

Diversi fattori e un grande lavoro di squadra. Senza dubbio Ice sta operando molto bene ed è sempre presente, insieme ai Consorzi di Tutela con le molteplici attività promozionali messe in atto e le aziende singole. Noi abbiamo imparato a mandare all’estero formaggi di pregio e assoluta qualità. Le ambasciate devono aiutarci ancora di più, diventando davvero ambasciatori anche per i nostri prodotti. 

L’Italia ha ingaggiato una feroce battaglia contro il Nutriscore. Cosa ne pensa?

Iniziative dannose come il Nutriscore vanno bloccate. Andiamo avanti con la linea dura adottata dal mondo delle Dop. 

Troveremo sostegno, in Europa?

Non sarà facile, ma le riserve espresse da Efsa su questa etichettatura ci aiutano. Paolo De Castro sta lavorando intensamente su questo dossier, così come il nostro governo, i Consorzi di Tutela ed Assolatte Certamente abbiamo bisogno di tecnici molto forti e preparati in Europa, che seguano tutti i tavoli e i negoziati. 

Bisogna puntare tutto sull’export, per il futuro?

Sì. L’Italia è un paese che invecchia, destinato a consumare meno. Mentre la nostra immagine nel mondo è vincente, per qualità e sicurezza dei prodotti e per l’appeal del nostro stile di vita. Ci mancano soltanto dei retailer italiani, nel mondo.