Gorgonzola Dop: numeri e valori 2021
Prosegue la corsa del Gorgonzola Dop, come evidenziato dalla fotografia della Denominazione scattata dal presidente del Consorzio Antonio Auricchio nel corso della serata “Gorgonzola e…” dello scorso 19 maggio. Se, infatti, cresce la diffusione e l’interesse per questa produzione, quali sono i suoi numeri sul mercato interno e oltreconfine? Ecco cifre e valori del Gorgonzola Dop nel 2021.
Il mercato interno del Gorgonzola: bene il Piccante, cala il bio
La campagna casearia nazionale 2021, riferita alle Indicazioni Geografiche, ha fatto registrare un andamento complessivamente positivo, seppur lievemente, rispetto all’anno precedente. E negli scorsi 12 mesi sono state prodotte 5.258.828 forme di Gorgonzola con un aumento del 3,1% rispetto al 2020 (tra le altre Dop: Grana Padano +0,7%, Parmigiano Reggiano +1,7%, Asiago -1,4%, Pecorino Romano +10,9%).
Nel 2021 il Gorgonzola ha mostrato un andamento lineare normale, riprendendosi dagli scostamenti inusuali del 2020, con una tradizionale depressione tra la primavera e l’estate (maggio segna la produzione mensile più bassa con 359.029 forme prodotte) e un picco a ottobre (491.419 forme).
Entrambe le regioni che costituiscono la zona d’origine hanno mostrato un aumento significativo della produzione: con Piemonte a +3,11% (3.729.203 forme prodotte) e Lombardia a +3,10% (1.529.625 forme prodotte).
Tra le diverse tipologie, il Gorgonzola Piccante è cresciuto del 18,81%, attestandosi, con 685.403 forme prodotte, al 13,03% della produzione totale. Mentre a diminuire è stata la tipologia bio, con un arretramento del 15,36%.
Luci e ombre, come nel caso dei consumi interni 2021, rilevati dalla consueta analisi di mercato GFK commissionata dal Consorzio: dopo un positivo 2020, chiudono con un risultato negativo, con quasi -5% a volume. Si tratta di un calo dovuto alla frequenza d’acquisto, passata da 6,1 a 5,7 atti accompagnata da un lieve calo di acquisto medio per atto.
In termini di area geografica si conferma, però, la crescita di importanza del Sud Italia, che vede aumentare famiglie, volumi e valore.
Nei canali d’acquisto, i Super (51,8%) mostrano le migliori performance guadagnando in termini di volumi sviluppati; i “tradizionali specializzati” (1,3%) registrano una percentuale contenuta; ancora una flessione, infine, per gli ambulanti/mercati che, a causa delle restrizioni, diminuiscono il peso a volume passando dal 6% al 5,1% con ovvi riflessi anche sul valore.
Le modalità d’acquisto sono tendenzialmente stabili con il take away che passa dal 27,9% al 30,5%.
Le famiglie con 2 componenti, senza bambini, e con RA (responsabile acquisto) di 55 anni o più, mostrano la maggiore concentrazione e i più alti livelli di acquisto medio, in particolare quelle con RA 65+, di classe socio-economica alta o medio alta.
Export avanti tutta, soprattutto nella Ue
Capitolo export, i formaggi e latticini italiani hanno riportato nel 2021 un incremento generale del 10,6%. Le esportazioni di Gorgonzola sono cresciute del 4,9%, per un totale di 24.665 tonnellate esportate di cui 21.072 Intra-Ue (+6,8%) e le restanti 3.593 Extra-Ue (-5%).
Germania e Francia, con oltre 12mila tonnellate di formaggio importato, rappresentano il 49,6% del totale export. Con la Francia a registrare un aumento del 10,11%, mentre la Germania segna, per la prima volta dopo diversi anni, un calo del 4,56%. Ottime performance per Spagna (+11,05%), Belgio (+32,06%), Romania (+21,89%), mentre continua il calo di esportazioni verso il Regno Unito (-41,52%).
Nel resto del mondo, le esportazioni di Gorgonzola aumentano verso Stati Uniti (+27,5%), Australia (+2,42%) e Svezia (11,83%), mentre diminuiscono in Giappone (-25,34%).
Complessivamente, come spiegato anche dal presidente Auricchio nel suo intervento, l’anno scorso il numero degli Stati nel mondo in cui si consuma il Gorgonzola è passato da 86 a 91 con una copertura mondiale del 48%.
I prezzi sui mercati internazionali sono rimasti sostanzialmente invariati (elaborazione dati Clal su fonte Istat).