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Indice Fao, dairy: prezzi in aumento del 2,2%, a novembre. Ma scendono i formaggi

Su il dairy, giù carne e cereali. L’Indice Fao dei prezzi alimentari è rimasto stabile, a novembre, con una media di 120,4 punti, invariata rispetto al livello rivisto di ottobre poiché gli aumenti dei prezzi degli oli vegetali, dei prodotti lattiero caseari e dello zucchero hanno controbilanciato le diminuzioni di quelli di cereali e carne. L’indice si trovava a 14,4 punti (10,7%) sotto il livello corrispondente di un anno fa.

In particolare, l’indice Fao dei prezzi dei prodotti lattiero caseari ha registrato una media di 114,2 punti a novembre, in aumento di 2,5 punti (2,2%) rispetto ad ottobre. Si tratta del secondo aumento mensile consecutivo anche se il dato è ancora in calo di 23,2 punti (16,9%) rispetto al suo valore di un anno fa. A novembre, le quotazioni internazionali del burro e del latte scremato in polvere sono aumentate, riflettendo l’elevata domanda di importazioni da parte degli acquirenti del Nord-Est asiatico, le scorte limitate e l’aumento della domanda interna in vista delle vacanze invernali in Europa occidentale. Gli stessi fattori hanno fatto lievitare i prezzi del latte intero in polvere; tuttavia, la domanda persistentemente contenuta da parte degli acquirenti asiatici, insieme alle attività di produzione stabili in Oceania, hanno limitato l’aumento su base mensile. Anche l’indebolimento del dollaro statunitense rispetto all’euro ha contribuito all’aumento dei prezzi mondiali dei prodotti lattiero caseari. Al contrario, i prezzi mondiali del formaggio hanno continuato a mostrare una tendenza al ribasso grazie alle elevate disponibilità esportabili, in particolare per il formaggio cheddar, nonostante le scarse consegne stagionali di latte in Europa occidentale.

Per quanto riguarda i prezzi dei cereali, l’indice Fao ha registrato una media di 121,0 punti a novembre, in calo di 3,7 punti (3,0%) rispetto a ottobre e di ben 29,1 punti (19,4%) rispetto al suo valore di un anno fa. I prezzi internazionali dei cereali secondari sono quelli che sono scesi di più, con un -5,6% su base mensile, a causa del forte calo dei prezzi mondiali del mais, sostenuto da un aumento dell’attività di vendita degli agricoltori in Argentina e da una pressione al ribasso derivante dall’aumento stagionale delle forniture negli Stati Uniti d’America, dove la stima della produzione è stata rivista al rialzo. Tra gli altri cereali secondari, i prezzi mondiali dell’orzo sono diminuiti, mentre quelli del sorgo si sono leggermente rafforzati. Anche i prezzi internazionali del grano sono diminuiti del 2,4% a novembre, principalmente a causa dell’aumento delle forniture stagionali in Argentina e Australia, con il progresso nei raccolti e la continua forte concorrenza da parte della Federazione Russa. Nel frattempo, l’Indice Fao dei prezzi del riso è rimasto stabile mese su mese a novembre, in un contesto di movimenti di prezzo contrastanti tra origini e segmenti di mercato.

Come si calcola l’Indice Fao

L’Indice FAO dei prezzi alimentari (FFPI) è una misura della variazione mensile dei prezzi internazionali di un paniere di materie prime alimentari. È costituito dalla media di cinque indici dei prezzi di gruppi di materie prime ponderati in base alle quote medie di esportazioni di ciascuno dei gruppi nel periodo 2014-2016.