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TreValli, mozzarella per pizza a rischio adulterazione: scatta il richiamo dell’operatore

Dopo le accuse di frode in commercio e sospetta adulterazione del latte con l’utilizzo della soda caustica per ridurne l’acidità, che hanno coinvolto Fattorie Marchigiane, azienda del gruppo Trevalli Cooperlat, arriva il primo, e finora unico, richiamo di prodotto. Il Ministero della Salute, infatti, ha segnalato il richiamo precauzionale da parte dell’operatore di tre lotti di mozzarella per pizza venduta con i marchi TreValli, Migali e Regina (in foto). I motivi indicati sono: “sospetta carica batterica elevata sulla materia prima e sospetto utilizzo di sostanze non autorizzate”. I prodotti in questione sono venduti in confezioni da 1 kg e 2,5 kg con i numeri di lotto L2411300, L2411400 e L2411500 e 22/05/2024, 23/05/2024 e 24/05/2024. L’azienda Fattorie Marchigiane Cons. Coop. Agricola ha prodotto la mozzarella per pizza oggetto del richiamo nello stabilimento di produzione che si trova in via Cerbara 81, a Colli al Metauro, in provincia di Pesaro-Urbino.

TreValli: il caso del latte adulterato

Durante una perquisizione del 22 aprile, i Nas, gli ispettori dell’ICQRF, Arpam e AST locale hanno sequestrato 200 tonnellate complessive di latte e prodotti lattiero caseari sospettati di essere adulterati con soda caustica e acqua ossigenata. Nove gli indagati che la procura ritiene coinvolti nella vicenda. Si tratta di Nicolas Capomasi, addetto alla produzione, Francesco Caverni, tecnico di laboratorio dell’Amap (Agenzia Marche Agricoltura e Pesca), ente pubblico per la certificazione, Gianluigi Draghi, presidente del consiglio di amministrazione di Fattorie Marchigiane, Samuele Girolomoni, addetto alla produzione, Frediano Luconi, coordinatore dei siti di produzione, Roberto Manna, responsabile di laboratorio, Giuseppe Nucci, consulente aziendale esterno, Bernardo Pittalis, direttore di produzione e Diego Zanchetti, addetto all’inserimento nei sistemi gestionali e al prelievo a campione del latte. L’informazione di garanzia li ha messi a conoscenza dell’accusa nei loro confronti per i reati di adulterazione del prodotto e frode in commercio. Tutto questo a seguito della perquisizione nello stabilimento di Fattorie Marchigiane di Colli al Metauro, di cui abbiamo dato conto qualche giorno fa: nei locali dell’azienda gli investigatori hanno rinvenuto ingenti quantitativi di soda caustica e acqua ossigenata utilizzate, questa è l’accusa, per correggere l’acidità del latte avariato. Il sequestro di documenti dell’inchiesta, partita da una causa di lavoro presentata da ex dipendenti dopo il licenziamento, ha riguardato anche i rapporti con la casa madre, l’azienda Trevalli Cooperlat.

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