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Paolo Voltini: confermata in cassazione la condanna per l’ex presidente di Coldiretti Lombardia

A processo ci era finito con l’accusa di “aver estorto le dimissioni di due dipendenti”, nel 2015. Otto anni dopo è arrivata la sentenza definitiva: Paolo Voltini (foto), 51 anni, presidente del Consorzio Agrario di Cremona, della Coldiretti locale ed ex presidente di Coldiretti Lombardia è stato condannato in via definitiva dalla Cassazione a quattro anni e mezzo di carcere per estorsione aggravata, confermando così la decisione della Corte d’appello di Brescia, presa un anno fa. Durante la discussione finale davanti ai giudici della Suprema Corte, la Procura generale aveva avanzato la richiesta di un nuovo processo d’appello per valutare la contestazione del reato di ‘esercizio arbitrario delle proprie ragioni’ anziché quella di ‘estorsione’. Ma i giudici di ultima istanza, invece, hanno accolto la tesi delle parti civili che avevano chiesto la conferma della condanna. Per Voltini, così, diventa esecutiva anche l’interdizione dai pubblici uffici, in questo caso per cinque anni, e la sospensione da tutte le cariche per quattro anni e mezzo. La Cassazione ha anche confermato la condanna a 2 anni e 4 mesi per Tullo Soregaroli, 50 anni, dipendente di Coldiretti e consulente di Voltini, accusato in concorso dell’estorsione aggravata ai danni di uno dei due dipendenti.

Ma come sono andati i fatti? Secondo quanto emerso dal processo, Voltini ha obbligato i due lavoratori a licenziarsi, con dimissioni formalizzate tra il giugno e il luglio del 2015. L’ex presidente di Coldiretti Lombardia, stando alla ricostruzione processuale, ha minacciato i due dipendenti: se non avessero lasciato il lavoro li avrebbe portati in tribunale per un ipotetico buco di 800mila euro, procurato alle casse del Consorzio agrario di cui lo stesso Voltini era, ed è ancora oggi, il presidente. Voltini, secondo quanto si legge nell’imputazione, ha violato i diritti dei due dipendenti “relativi all’interruzione del rapporto di lavoro e procurandosi l’ingiusto profitto, consistito nel liberarsi illegittimamente di persone non gradite, senza pagare loro le indennità spettanti in base alle norme a tutela del lavoratore”.