Cina: ad ottobre l’import cala del 4% in equivalente latte. Formaggi a +15%, torna giù il burro (-12%)
Cina a due facce, secondo il report Trade Data Monitor, per i prodotti lattiero caseari. In generale, le importazioni cinesi, ad ottobre, sono calate del 4% in equivalente latte rispetto allo stesso mese 2022, cioè con una velocità inferiore se confrontata con quella degli ultimi due mesi.
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L’import di Wmp ha continuato a diminuire, -32% ott.’23/ott.’22. I Paesi più colpiti sono la Nuova Zelanda e, in misura molto minore, l’Uruguay, ma Australia e Bielorussia hanno guadagnato quote di mercato.
Le importazioni di Smp, dopo essere diminuite negli ultimi due mesi, a ottobre sono rimaste in linea con i volumi dello stesso mese 2022. La domanda di prodotti neozelandesi è più che raddoppiata a scapito degli altri principali fornitori. Nei primi 10 mesi dell’anno, la Nuova Zelanda, coprendo il 45% del fabbisogno cinese di importazioni di Smp, si è rivelato il fornitore con le performance migliori. La Ue si è parzialmente ripresa dal crollo dello scorso anno, mentre gli Stati Uniti e l’Australia si sono ritirati.
Le importazioni di siero sono scese per il quarto mese consecutivo, -4% ott.’23/ott.’22, in seguito ad una domanda più debole di prodotti Ue e statunitensi. Considerando i primi 10 mesi 2023, si è registrato un aumento del 12% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con Bielorussia e Ue (principalmente Polonia) che hanno contribuito maggiormente alla crescita, mentre gli Stati Uniti hanno segnato una perdita nel confronto con il forte 2022).
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Buone notizie per l’import di formaggio che ha registrato l’ennesimo aumento: +15% ott.’23/ott.’22. Tutti i principali fornitori, ad eccezione della Nuova Zelanda, hanno beneficiato della domanda extra. Se si valutano, invece, i 10 mesi dell’anno, la Nuova Zelanda mostra i risultati migliori, fornendo il 60% del formaggio acquistato dalla Cina. Infine, l’import di burro, dopo il rimbalzo di agosto e settembre, è tornato in territorio negativo, -12% ott.’23/ott.’22. È interessante notare, tuttavia, che il 2022 aveva visto i volumi più alti mai registrati, di cui oltre l’80% era stato fornito dalla Nuova Zelanda.