Che agosto non sia un mese tranquillo, per il settore caseario, è ormai una tradizione. Nel 2023 è toccata al Consorzio del Parmigiano Reggiano che, secondo quanto riportato dal quotidiano on-line ReggioReport, starebbe attraversando una fase di altissima tensione. “A seguito delle indiscrezioni emerse nei giorni scorsi sulla stampa locale reggiana, il Consorzio del Parmigiano Reggiano tiene a precisare che è in atto una riorganizzazione aziendale che riguarda l’ufficio marketing, smentendo qualsiasi altra notizia che non sia presente in questo comunicato. L’obiettivo della riorganizzazione è quello di gestire al meglio la struttura operativa per affrontare le sfide future. Sarà nostra premura comunicare il nuovo assetto della struttura marketing non appena sarà formalizzato dal Consiglio di Amministrazione”. E’ questo il testo della nota diffusa dal Consorzio del Parmigiano Reggiano dopo i tanti articoli sulla situazione interna all’ente di tutela e alla presidenza di Nicola Bertinelli (in foto).

Al centro della vicenda sembrerebbero esserci i due guru del marketing sbarcati al consorzio nel 2020 per volontà del presidente Nicola Bertinelli, cioè Carlo Mangini e Marcello Turini. Dopo una lunga, e pare molto infuocata, riunione del Comitato esecutivo del Consorzio del Parmigiano Reggiano, all’unanimità sarebbe stato deciso il licenziamento in tronco dei due esperti. Una situazione così inattesa che il presidente Bertinelli, secondo i rumors, avrebbe addirittura deciso di “rimettere le deleghe” in attesa di quella che si preannuncia come una resa dei conti, cioè l’incontro del Cda previsto per mercoledì 30 agosto. Ciò che sorprende i commentatori sarebbe l’unanimità dei voti contrari ai due esperti di marketing e allo stesso presidente Bertinelli. Anche se, per il Consorzio, cioè che sta accadendo è ‘solo’ la riorganizzazione dell’ufficio marketing, a conferma che delle tensioni ci siano sulla politica promozionale, cioè quello che ha il compito di gestire il ricco budget del Consorzio. Di certo, l’attuale situazione di mercato scontenta la filiera ma forse, a pesare, sono anche manovre agropolitiche ancora tutte da decifrare.