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Nutriscore, il semaforo rosso di Afidop all’etichetta nutrizionale. Ma intanto i paesi lo adottano. E si affaccia anche l’Ecoscore

Si parlerà di Nutriscore il 15 marzo alle ore 11.00, presso l’Acquario Romano in Piazza Manfredi Fanti a Roma, alla conferenza stampa “Formaggi Dop – Semaforo rosso al Nutriscore” promossa da Afidop, l’Associazione dei Formaggi italiani Dop Igp.

L’evento ha l’obiettivo di mettere in luce le contraddizioni dell’etichetta a semaforo, che potrebbe diventare obbligatoria in tutta Europa entro 12 mesi: un sistema che, riducendo ogni alimento ad un colore (verde, giallo o rosso), è fuorviante per il consumatore e penalizza molti prodotti tipici della tradizione italiana. Nel corso dell’incontro, che vedrà coinvolti rappresentanti delle istituzioni nazionali e comunitarie, sarà evidenziato, in particolare, il rischio che corre la nostra tradizione casearia e agroalimentare e verrà presentata la lista dei piatti mediterranei bocciati dal Nutriscore.

Nutriscore: ecco quanti paesi lo hanno già adottato

Il Nutriscore è stato, ed è tutt’ora, oggetto di revisioni: presentato per la prima volta nei Paesi Bassi nel 2019 viene prontamente criticato, tanto da portare alla creazione di un comitato scientifico tra i Paesi Bassi e altri sette paesi europei che lo stavano utilizzando o implementando, con l’obiettivo di migliorare il sistema per attenersi alle linee guida dietetiche.

Ma anche altri sistemi sono stati presi in considerazione. In Olanda, ad esempio, sono stati valutati diversi sistemi di etichettatura nutrizionale prima di scegliere il Nutriscore, tra cui il British Traffic Light System e lo Scandinavian Keyhole System.

Sebbene alcuni produttori alimentari e catene di supermercati olandesi abbiano già iniziato a utilizzare volontariamente Nutriscore, si prevede che venga introdotto nel Paese ufficialmente nella prima metà del 2022. L’introduzione dell’etichetta Nutriscore è prevista anche in Lussemburgo e Spagna, ed è già stato lanciato in Belgio, Francia, Germania e Svizzera. È possibile che i consumatori modifichino le loro decisioni di acquisto in base alle valutazioni del Nutriscore e che le aziende, per quanto possibile, saranno costrette ad adattare al meglio i loro prodotti a questo punteggio. Tuttavia, ci sono anche molte voci contrarie nel settore alimentare, che mettono in dubbio l’iniziativa. Attualmente, l’algoritmo di Nutriscore è in fase di rivalutazione, proprio per rispondere alle critiche secondo cui, nella sua forma attuale, potrebbe contribuire a scelte non conformi alle linee guida dietetiche. Ad esempio, i cereali per la colazione zuccherati possono ricevere un punteggio nutrizionale A o B, mentre in realtà non sono raccomandati dalle linee guida dietetiche. Inoltre, Nutriscore non tiene conto delle porzioni. Il caso classico è quello dell’olio d’oliva, che ottiene una valutazione C ma viene utilizzato solo in quantità molto piccole. Lo schema di etichettatura inoltre non tiene conto delle cotture previste per il singolo cibo, come la frittura, che cambiano drasticamente il valore nutrizionale.

E intanto arriva l’Ecoscore, per misurare l’impatto ambientale dei prodotti

Gli incontri e le trattative per migliorare il sistema Nutriscore sono ancora in corso così come si registrano iniziative differenti di altri paesi. E’ il caso dell’Italia, che ha predisposto un proprio sistema, il Nutrinform Battery, che non sembra però trovare i consensi sperati. Si attendono ora gli sviluppi a livello Ue: nell’ambito della strategia Farm to Fork, infatti, entro la fine del 2022 dovrà essere presentata una proposta per l’etichettatura nutrizionale obbligatoria armonizzata sulla parte anteriore della confezione. Nel frattempo, un’altra etichetta sulle confezioni sta rapidamente guadagnando slancio in Europa: è l’Ecoscore, che mostra la sostenibilità dei prodotti alimentari. Diverse catene di supermercati si sono già impegnate a utilizzarlo e l’aspettativa è che questa etichettatura, oggi facoltativa, sia all’ordine del giorno per i prossimi anni, in Europa.