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Cosa c’è dietro l’iniziativa congiunta di Grana e Parmigiano contro il Nutriscore

I Consorzi di Parmigiano Reggiano e Grana Padano si uniscono per la prima volta in una iniziativa comune. Ma cosa ha spinto due enti che da sempre si danno grande battaglia, sugli scaffali del retail e non solo, a mettersi insieme? Un grande, comune nemico: il Nutriscore. Per questo, ieri si è tenuto un Cda congiunto, con l’obiettivo di “adottare misure per la valorizzazione dei prodotti e, se necessario, provvedimenti volti a impedire o contrastare misure che sono o rischiano di essere svalorizzanti per l’immagine dei prodotti”, spiegano i Consorzi in una nota.

La ragione di tanto allarme è che il Nutriscore, l’etichettatura a semaforo ideata dai francesi che vede l’Italia fra i maggiori oppositori, si sta sempre più diffondendo in Europa. E se ancora non si tratta di un provvedimento adottato dalla Ue, la strada sembra essere segnata. Ma non solo: si è sempre detto che il Nutriscore, in ogni caso, non si applicherà ai prodotti Dop e Igp. Ma è chiaro che un conto è la norma, altra questione le richieste dei retailer europei. Che potrebbero, e infatti stanno cominciando a farlo, chiedere ai fornitori l’adozione su base volontaria del Nutriscore come requisito per restare, o essere inseriti, nell’assortimento. Mettendo in questo modo anche Dop e Igp nel mirino di un sistema fuorviante sotto il profilo nutrizionale e penalizzante per alcune categorie di prodotto. Oltre al tema della razione fissata in modo arbitrario, su cui si basano i punteggi del Nutriscore, questo sistema non tiene in alcun conto l’equilibrio fra i diversi alimenti nella dieta, né le caratteristiche organolettiche complessive del prodotto stesso. In particolare, i formaggi vengono penalizzati per la presenza dei grassi, trascurando il fatto che apportano molti nutrienti strategici: calcio, acidi grassi funzionali, vitamine liposolubili, aminoacidi essenziali, cioè elementi preziosi per un’alimentazione sana, bilanciata ed equilibrata.

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Per questo, i due principali consorzi italiani sono corsi ai ripari: “Gli strumenti di etichettatura basati sul principio a semaforo sono da considerare una pratica svalorizzante della Dop perché disincentivanti il consumo del prodotto senza un motivo oggettivo di tipo nutrizionale. Per questo motivo, salvo il caso in cui ci si trovi di fronte ad un obbligo di legge, il Consorzio (gruppo) in applicazione dei compiti conferiti dal Reg. 1151/2012, art. 45, lett. “f” è tenuto ad attivare tutte le azioni ritenute necessarie a contrastare tali pratiche”. Insomma, in assenza di obblighi, Grana e Parmigiano non consisteranno a nessuno di adottare, seppure volontariamente, il logo sulle proprie confezioni che, come è noto, devono sempre passare al vaglio degli organismi di tutela, per i prodotti a denominazione. Resta però una domanda aperta: se il consumatore e i compratori si abitueranno a Nutriscore e sceglieranno i prodotti che lo adottano, magari dello stesso tipo, cosa faranno le due Dop? Quella contro il Nutriscore è una battaglia importante, scientifica prima ancora che commerciale. Ma, come in tutte le battaglie, ogni momento prevede mosse giuste e altre meno. Adesso è tempo di barricate, per condurre fino in fondo la partita. Ma se il fronte anti Nutriscore dovesse perdere, cosa accadrà?

Nutriscore: ecco la delibera dei due Consorzi

Il Consiglio di amministrazione congiunto di Grana e Parmigiano ha deliberato all’unanimità il seguente testo:
“I sistemi di etichettatura nutrizionali a semaforo basati su quantitativi di riferimento scollegati dalla dieta e dalla razione consigliata – salvo i casi in cui si tratti di norme cogenti nazionali o comunitarie – sono considerati misura svalorizzante l’immagine della Dop Parmigiano Reggiano / Grana Padano ai sensi dell’Reg. 1151/2012, art. 45, lett. “f””. Pertanto, in tutti i casi in cui venisse richiesto ad un operatore della filiera, su base volontaria del compratore, di modificare l’etichettatura del prodotto Dop inserendo l’etichetta a semaforo o sistemi equivalenti che non abbiano riguardo alle quantità effettive di Parmigiano Reggiano / Grana Padano consumate nella pratica e che non forniscano alcuna indicazione riguardo alle quantità corrette nel contesto di una dieta sana ed equilibrata, il Consorzio non potrà che respingere la richiesta di autorizzazione della corrispondente etichetta”.

I commenti di Nicola Bertinelli e Renato Zaghini

“Siamo scesi in campo, insieme agli amici del Grana Padano, contro un sistema di etichettatura che non ha senso e che svalorizza l’immagine del Parmigiano Reggiano che da sempre è considerato dai nutrizionisti come un prodotto sano e naturale. Siamo certi che questo importante passo possa essere di aiuto al Governo che si è già mosso in tal senso. Si tratta di un atto di responsabilità che non va solo a tutelare il nostro prodotto, ma che andrà a beneficio di tutti gli altri prodotti dell’agroalimentare di qualità che verrebbero ingiustamente puniti da un sistema senza un motivo oggettivo di tipo nutrizionale” ha commentato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano. Mentre il suo omologo in casa Grana Padano, Renato Zaghini, ha commentato:
 
“Le qualità nutrizionali fanno da anni del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano i prodotti a denominazione d’origine protetta più amati dai consumatori e più imitati da concorrenti sleali, i primi a beneficiare quindi di questo meccanismo. Nutriscore nega le più consolidate e aggiornate indicazioni condivise da nutrizionisti in tutto il mondo, che fanno dell’equilibrio tra quantità e qualità degli elementi il punto di forza di una corretta alimentazione a tutte le età. Forti di questi orientamenti della scienza, invitiamo tutti i produttori delle eccellenze agroalimentari italiane, partendo dalle DOP, ad un impegno comune a livello di comunicazione e, sul piano istituzionale, a sostegno delle iniziative avviate dal governo contro questo sistema di etichettatura, ricordando che una cattiva informazione nutrizionale colpisce la corretta alimentazione dei consumatori e non solo i produttori che investono in qualità e sostenibilità”.