Latte: Patuanelli propone il premio stalla di 3 centesimi. Assolatte frena: “Tenere in giusto conto anche i problemi dell’industria”
Si gioca sul filo delle norme, delle dichiarazioni e delle consuete trattative sotterranee la vicenda del tavolo latte convocato dal titolare del Mipaaf, Stefano Patuanelli. Riunito in prima battuta il 30 settembre, il tavolo ha visto la partecipazione di tutte le rappresentanze della filiera: sindacali agricole, associazioni di categoria, industriali, retailer. Dopo averlo nuovamente convocato in videoconferenza per il 5 ottobre, salvo poi disdirlo poco prima dell’inizio, Patuanelli ha rilasciato questa dichiarazione, rispondendo alla Camera a una interrogazione sulle iniziative a sostegno degli allevatori in relazione al prezzo di vendita del latte crudo: “Il tema del prezzo di vendita non è elemento che può sfuggire alle politiche del governo. Il 30 settembre ho riunito un tavolo con tutta la filiera e il tavolo sta dando i suoi frutti. Chiediamo però un gesto di corresponsabilità per garantire un aumento del prezzo riconosciuto al latte al litro alla stalla, distribuendo l’effetto di questo aumento sulla filiera, almeno per un periodo transitorio, fino all’abbassamento dei costi di produzione, per garantire un innalzamento di almeno 3 centesimi. Stiamo ragionando, in settimana riconvocherò il tavolo e spero di potere sottoscrivere un protocollo di intesa”. Quanto alla durata dell’intervento, Patuanelli parla di “un periodo transitorio, almeno fino a quando i prezzi dei mangimi non torneranno a livelli normali”. Ma su questo punto, le previsioni degli analisti di mercato parlano di un periodo piuttosto lungo senza cali di prezzo, per conseguenza di una serie di fattori che vanno dalle difficoltà logistiche legate alla pandemia al clima di molti paesi grandi produttori.
La bozza dell’accordo, in realtà, sta già circolando. E consta di sette punti, nei quali si esplicita il meccanismo: le imprese della Gdo pagano un premio ‘emergenza stalle’ all’industria, per ogni litro di latte utilizzato nella produzione del venduto, che lo trasferisce poi ai suoi conferenti. Un sistema che fa storcere il naso a molti per la farraginosità del meccanismo e anche per la struttura dell’intervento, che non trova riscontri sul mercato ma si basa soltanto su una cifra stabilita a tavolino, anzi al tavolo. Anche il concetto di ‘premio emergenza’ ha poco a che fare con le problematiche strutturali della filiera e con la capacità di sopportare le oscillazioni dei mercati ma si configura, secondo l’opinione espressa da tanti allevatori, come una ‘elemosina’. Anche Assolatte, dal canto suo, esprime qualche perplessità: ci sono le norme che regolano le trattative sul prezzo del latte, che non le consentono di siglare accordi, e c’è una situazione complessiva che riguarda anche il mondo dell’industria a cui chiede di mostrare la giusta attenzione. “Abbiamo portato al tavolo gli eccezionali aumenti dei costi di produzione e crediamo che il dialogo debba proseguire con impegni condivisi che tengano in giusto conto anche i problemi della componente industriale che si trova in grande difficoltà dopo mesi di investimenti destinati alla sicurezza del personale e costi di produzione lievitati in maniera impressionante ed imprevista”, spiegano i rappresentanti degli industriali della trasformazione. L’associazione, inoltre, ha specificato: “Dato che non è possibile stabilire un prezzo di riferimento è altrettanto impossibile definire un aumento di riferimento”.
Tavolo latte: il testo della bozza di accordo
1. Le imprese della Grande distribuzione si impegnano a valorizzare ed aumentare gli acquisti di latte alimentare 100% italiano, prodotti lattiero caseari freschi ed a media stagionatura da latte 100% italianoe Grana Padano Dop, riconoscendo dal mese di ottobre 2021 un premio “emergenza stalle” che viene pagato alle imprese di trasformazione di cui al punto 2, da riversare integralmente agli allevatori e pari a 3 centesimi al litro di latte utilizzato per la produzione di cui al presente punto.
2. Le imprese di trasformazione si impegnano a valorizzare il latte 100% italiano e a tutelare il reddito degli allevatori riconoscendo un aumento del prezzo pagato per litro che raggiunga almeno la soglia di prezzo indicativa di 0,41 euro per il latte conferito nella Regione Lombardia dal quale determinare le soglie di prezzi indicativi del latte conferito nelle altre Regioni d’Italia, senza diminuire il prezzo già riconosciuto. Tale prezzo è comprensivo del premio di cui al punto 1.
3. Le organizzazioni agricole si impegnano a valorizzare i prodotti lattiero caseari da latte 100% italiano attraverso iniziative di promozione rivolte ai consumatori e ai propri associati.
4. Il Ministero si impegna a tutelare la filiera lattiero casearia, anche attraverso attività di comunicazione e promozione rivolte ai consumatori e agli operatori.
5. Gli impegni di cui ai punti 1 e 2 sono assolti attraverso l’inserimento nella contrattualistica che regola i rapporti commerciali in essere attraverso la dicitura “Premio emergenza stalle” e per la durata dell’emergenza.
6. Le parti si impegnano a prevedere incontri regolari nel breve e lungo periodo del Tavolo di Filiera Latte presso il Mipaaf che viene istituzionalizzato in via permanente al fine di discutere e programmare le azioni sopra indicate da mettere in atto per il sostegno e lo sviluppo del settore lattiero caseario.
7. Le parti altresì si impegnano, a partire dalla occasione offerta dalla discussione della prossima legge di bilancio, ad individuare interventi volti al rafforzamento della redditività degli operatori della filiera e della tutela dei consumatori .
Patuanelli ha ricordato che in Italia c’è “una situazione già complicata per il prezzo del latte alla stalla” e che questa situazione è ulteriormente peggiorata “per i costi della produzione”. “Questo – ha detto – non è un elemento che può sfuggire alle politiche di governo”. Il ministro ha poi aggiunto che il decreto legislativo contro le pratiche sleali “avrà un impatto importante nel tempo e a livello strutturale” anche sul prezzo del latte, visto che “non saranno più possibili contratti al di sotto dei costi di produzione valutati da Ismea”.
L’assessore Fabio Rolfi chiede di essere ammesso al tavolo
La questione del prezzo del latte è all’ordine del giorno anche per l’assessorato all’Agricoltura di Regione Lombardia. “La nostra proposta è chiara: individuare un meccanismo condiviso di orientamento per il prezzo del latte legandolo ai costi di produzione. Se come dice Assolatte non si può fissare un prezzo di riferimento possiamo invece determinare i costi di produzione da tenere in considerazione per indicizzare il prezzo, al fine di fissare un valore che non sia inferiore ai costi, nel rispetto della direttiva sulle pratiche sleali che prima o poi sarà realtà anche in Italia”, ha dichiarato l’assessore Fabio Rolfi. “Chiediamo inoltre al ministro di essere convocati al tavolo nazionale anche in rappresentanza delle altre regioni. La Lombardia produce il 45% del latte italiano e non può essere esclusa da un confronto che metta al centro la redditività della filiera ed il futuro di migliaia di aziende lombarde”.
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