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Zanetti (Assolatte): “La politica è parte della filiera. E sugli aumenti deve fare la sua parte”

Gli allevatori sono in difficoltà. E lo è anche il settore della trasformazione. L’aumento dei costi, questa volta, ha un impatto drammatico per tutti e la situazione del settore latte è particolarmente critica. In questi giorni si moltiplicano dichiarazioni, appelli, confronti e tavoli. A Roma, nella sede del Mipaaf, il ministro Stefano Patuanelli ha messo tutti intorno a un tavolo: sindacali agricole, industria, rappresentata da Assolatte, e Gdo. Dal confronto è emerso un dato chiarissimo: le stalle accusano gli aumenti a due cifre dei costi di produzione e anche le imprese di trasformazione soffrono per le stesse ragioni. La Gdo, dal canto suo, vede l’aumento dei costi al consumo e l’effetto inflativo che ne deriverebbe come un pericoloso freno alla ripresa. Così diventa davvero difficile trovare un punto di equilibrio. Proprio nelle ultime ore arriva un aggiornamento: il Mipaaf ha convocato per oggi pomeriggio, 4 ottobre, un nuovo tavolo, attraverso una videocall, con l’obiettivo, così ha dichiarato il ministero, di arrivare a un accordo di filiera per trovare una strada da seguire sul prezzo del latte alla stalla. Ma, dopo averlo annunciato, il tavolo è poi stato rinviato a data da destinarsi. Che sia stata la consapevolezza dell’impossibilità di siglare un accordo per le parti convocate?

Assolatte: “Ci siamo fatti carico degli aumenti. Ma ora la situazione è insostenibile”

“Quando pensavamo che la situazione potesse migliorare, è arrivata questa violenta stangata che ha coinvolto tutti i nostri fattori produttivi: dall’energia (+18,4%) ai trasporti, dalla plastica (+61,4%) al legno (+62%) al cartone (+22,1%), fino ai noli (+214%) per l’export. Parliamo di aumenti a due o addirittura a tre cifre. E non sembra che la situazione sia destinata a migliorare. Consci del fatto che tante famiglie hanno vissuto momenti difficili, per molti mesi ci siamo fatti carico di tutti gli aumenti, ma ora la situazione è diventata insostenibile urgono interventi strutturali per evitare il collasso del sistema latte nazionale”. Parole drammatiche cui fa seguito la richiesta di una presa di coscienza di tutti gli attori della filiera, comprese le istituzioni, chiamate da Assolatte a supportare le imprese con semplificazioni normative, che permetterebbero significativi risparmi per chi produce e trasforma, e con la cancellazione di imposte come la plastic e la sugar tax, che entreranno in vigore a gennaio con effetti negativi sui prezzi dei prodotti in commercio. “Ringraziamo il Ministro Patuanelli per l’opportunità di questo incontro e confermiamo la nostra disponibilità a continuare il dialogo. Siamo pronti come sempre a fare la nostra parte, ma ogni attore della filiera è tenuto a fare lo stesso, anche la politica“, ha concluso Paolo Zanetti.

Coldiretti: “Accolta la nostra proposta di aumento del latte

Anche Coldiretti ha diffuso una nota dopo l’incontro, che sembra però riferirsi a un tavolo diverso da quello che si è tenuto al Mipaaf. Afferma infatti il presidente, Ettore Prandini: “Con un atto di responsabilità è stata accolta la nostra proposta per un adeguato aumento del prezzo minimo del latte alla stalla in Italia senza che vi sia un impatto sui consumatori“. Secondo la nota, l’incontro avrebbe registrato la disponibilità in tal senso di Conad, Coop, Granarolo, Federdistribuzione e Assolatte. La note prosegue poi tirando in ballo il tema della comunicazione, che se risulta importante in generale non sembra certo essere una soluzione immediata alle attuali difficoltà. “All’applicazione dell’intesa – sottolinea Prandini – deve seguire una adeguata campagna pubblica di sensibilizzazione sul consumo di latte e derivati e per la valorizzazione di una produzione nazionale che supera le 12 milioni di tonnellate all’anno”.

E il mercato dove va?

Mentre tutti si affannano a parare i colpi degli aumenti generalizzati dei fattori produttivi, il mercato italiano, per i formaggi, risulta in calo rispetto ai dati del 2020, accusando un -4% nelle vendite. Il dato ovviamente si riferisce al confronto con il 2020, anno di grazia per l’acquisto di prodotti lattiero caseari come conseguenza dei vari lockdown. Secondo un report diffuso in questi giorni da Ismea, nel primo semestre del 2021 i consumi di formaggi hanno avuto un generale ripiegamento del -4,2%, a volume, dinamica attesa dopo l’eccezionale annata precedente in cui gli acquisti sono cresciuti del 10%. Le dinamiche sono piuttosto uniformi tra le diverse categorie, con flessioni in volume che vanno dal -3,9% dei formaggi freschi al -4,7% dei semiduri. Se confrontati con quelli del 2019, però i dati mostrano come alcune categorie di prodotti abbiano mantenuto meglio di altre le quote guadagnate durante il lockdown. Un dato vero soprattuto nel caso dei formaggi freschi (in particolare mozzarelle) che hanno limitato la flessione del 2020 a un -3,9%, mantenendo un differenziale positivo dell’11% con il 2019.

One thought on “Zanetti (Assolatte): “La politica è parte della filiera. E sugli aumenti deve fare la sua parte”

  1. I prezzi vadano dove devono andare. Trasmettere i prezzi lungo la filiera non è solo necessario ma anche intelligente. Sono i prezzi che ci dicono come orientare le nostre scelte di imprenditori e consumatori. Dunque, non abbiamo bisogno di accordi o interventi pubblici, bensì di trasmissione dei prezzi da parte di ciascun attore della catena, siano essi prezzi in aumento o in calo.

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