Mercato: ancora una settimana da bollino rosso per le materie grasse
Altra settimana da bollino rosso, soprattutto sulle materie grasse, secondo l’analisi degli esperti di Assocaseari. Ed è la Germania, come al solito, a tirare il mercato, con la crema che mercoledì addirittura sorpassa i 2,70 euro/Kg reso Nord Italia. Latte crudo spot trattato in Germania sopra lo 0,50 euro/Kg e lo scremato viene offerto a 0,34 euro/kg. Come accaduto settimana scorsa, il mercoledì per la crema chiedono tantissimo, ma poi il giovedì, se non sono riusciti a vendere tutto, offrono a prezzi sempre alti ma un po’ meno esosi dei picchi toccati mercoledì. Un mercato così teso non è causato da una domanda impazzita bensì dal calo della raccolta aggravato da un latte molto povero in grasso e proteine. I suddetti prezzi si intendono franco arrivo Nord Italia con un costo di trasporto che incide tra 5 e 10 euro/Ton. In Italia, i prezzi continuano ad essere trainati dagli aumenti all’estero, con il latte crudo che questa settimana ha toccato punte di 0,43-0,44 euro/kg, lo scremato intorno a 0,25 euro/kg partenza ma soprattutto la crema nazionale di qualità dove i compratori, pur di avere merce, sonno arrivati a offrire 0,20 euro/kg e oltre, sopra il bollettino di Milano. I suddetti prezzi si intendono franco partenza.
Burro: salgono tutti i bollettini. Ma il mercato corre di più
Il bollettino del burro di Kempten, visto l’andamento che il mercato ha avuto settimana scorsa, aumenta il minimo di 0,20 euro, oggi 4,40 euro/Kg, e di 0,25 euro il massimo, oggi 4,65 euro/Kg, con un prezzo medio di 4,525 euro/Kg. L’Olanda, più moderata del solito, aumenta di 0,11 euro e si porta a 4,39 euro/kg. La Francia continua a vivere in un mondo suo e, forse per fare media con i mesi in cui era troppo alta, aumenta solo di 0,05 euro, portandosi a 4,30 euro/kg. La media a tre di questa settimana è 4,405 euro/kg. Malgrado gli aumenti, i bollettini sono esageratamente indietro rispetto al mercato, che cerca di seguire l’andamento della crema, ma non riesce a tenerne il passo; lunedì di settimana scorsa il burro congelato tedesco, olandese o belga veniva offerto a 4,35 euro/kg e dopo due giorni era a 4,50 euro/kg, oggi chiedono addirittura 4,98 euro/kg. Si risparmia qualcosa per l’irlandese, offerto a 4,90 euro/kg, e ancor di più per lo spagnolo, offerto a 4,70 euro/kg. Per quanto alti, sono ancora lontani da quello che sarebbe il prezzo di un burro calcolato sui valori della crema.
Polveri: poca disponibilità nell’immediato. E sul futuro c’è incertezza
Se in Germania e Olanda le frecce del latte in polvere sono tutte verdi, fa eccezione l’intero in Francia che resta invariato; aumenta, però, lo scremato per uso alimentare. Le quotazioni dei mercuriali sono allineate ai prezzi di vendita. Il grosso problema è la poca disponibilità per il pronto e la totale incertezza per offrire su periodi più lunghi. Sia nel latte in polvere, come per il burro, la risposta più frequente dei venditori è “Fammi controllare se ho disponibilità” o “Scusa ma non trovo abbastanza merce per coprire le domande che ho”. Indicativamente, i prezzi sono ormai sopra i 3.000 euro/ton, soglia che lascia perplessi i compratori. Se settimana scorsa nel siero in polvere regnava l’incertezza, questa settimana tutti concordi nel lasciare i bollettini invariati.
Formaggi: in calo su tutte le borse il Grana Padano
I bollettini nazionali dei formaggi segnano un aumento delle voci del Parmigiano Reggiano più stagionato a Modena, del Pecorino Romano a Milano e un calo delle quotazioni del Grana Padano nelle principali Borse Merci del Nord Italia. Quotazioni medie europee stabili per il Gouda a 3,35 euro/kg, l’Edamer a 3,37 euro/kg e il Cheddar a 3,26 euro/kg, in calo per l’Emmentaler a 4,94 euro/kg.