mercato
trasformazione & dintorni

Il milk shaming sempre più diffuso, negli Usa

Persone che giudicano altre persone per aver bevuto il latte di mucca. Il cosiddetto milk shaming, cioè la pratica di giudicare qualcuno per aver bevuto latte invece di una delle tante alternative disponibili, è sempre più diffuso negli Usa, tanto che il governo ha recentemente lanciato una campagna sul tema, che ha fatto molto discutere. Affidata alla cantante e attrice statunitense Queen Latifah, la campagna di marketing è voluta dal Milk Processor Education Program (MilkPEP), programma di promozione del National Fluid Milk Processor, amministrato dal governo, per incentivare il consumo di latte tra i cittadini americani. Nello spot Queen Latifah racconta il “dramma” dei bevitori di latte, vittime di continui attacchi da parte dei “negazionisti dei latticini”, attraverso le testimonianze dei consumatori. La prima è quella di un ragazzo, abbandonato al tavolo di un ristorante al primo appuntamento perché aveva ordinato un bicchiere di latte. “Quando il latte è arrivato, lei me l’ha tirato in faccia”, racconta il giovane. Segue la storia di una donna emarginata per aver portato del latte al cioccolato come snack al figlio e ai suoi compagni di squadra, dopo la partita di baseball. Infine, c’è la testimonianza di un politico, che ha visto sfumare il sogno di entrare in consiglio comunale dopo che un giornale locale aveva pubblicato una foto che lo ritraeva a torso nudo e cosparso di latte durante un party, negli anni del college. Nel video, condiviso sui suoi profili social, Queen Latifah introduce le testimonianze di alcuni cittadini americani, discriminati per la loro scelta di bere latte. In chiusura, l’appello della star contro il milk shaming: “Se sei una vittima, chiama il numero 1-888-OK2-MILK. Insieme possiamo gettare il milk shaming giù nello scarico”.

Ma lo spot non è piaciuto a tutti: sotto il video pubblicato su Instagram da Queen Latifah sono intervenute organizzazioni animaliste come Peta ed anche i consumatori delle alternative vegetali non l’hanno presa affatto bene. D’altronde i dati sul consumo di latte sono spietati: negli Usa, diminuisce dal 2 al 2,5% all’anno mentre si prevede che le alternative vegetali, a livello globale, triplicheranno entro il 2030.