asia orientale
trasformazione & dintorni

Cina, cresce la produzione interna e calano i consumi. Import dairy giù del 17%, a marzo

Nonostante un rallentamento dal 2023, la produzione nazionale in Cina è in continua crescita, e insieme alle grandi scorte e al debole consumo domestico, influisce sulla minore necessità di importare. Le importazioni cinesi, infatti, sono state deboli anche a marzo, registrando un calo del 17% in equivalente latte, secondo il report Trade Data Monitor analizzato da Assocaseari. Un dato che porta il primo trimestre del 2024 a -10% rispetto allo stesso periodo del 2023, con perdite su tutti i prodotti (ad eccezione di AMF, caseine/ati e WPC). A marzo si segnalano contrazioni dei volumi per tutti i principali fornitori, soprattutto per la Ue. Il quadro è leggermente diverso per il primo trimestre, poiché la Nuova Zelanda ha recuperato le quote perse nel 2023 e la Bielorussia ha spedito una maggiore quantità di prodotti.

L’import di Wmp, dopo due mesi di miglioramento, è tornato in territorio negativo, -15% mar.’24/mar.’23, colpendo esclusivamente il primo fornitore indiscusso, la Nuova Zelanda, mentre i player minori hanno registrato progressi. Le importazioni di Smp continuano a seguire il trend calante iniziato otto mesi fa, ma in confronto ai volumi molto elevati del 2023. Mentre i quantitativi provenienti dalla Nuova Zelanda sono leggermente aumentati, quelli da Ue, Australia e Stati Uniti sono diminuiti drasticamente e spiegano il calo sia mensile che trimestrale. Sono aumentate anche le importazioni dalla Bielorussia e dalla Svizzera.
L’import di siero è diminuito in 8 degli ultimi 9 mesi. Si è riscontrato un minore interesse per i prodotti Ue e Usa mentre il terzo fornitore, la Bielorussia, e gli altri operatori più piccoli sono riusciti a guadagnare quote di mercato.

Le importazioni di formaggio sono calate, -7% mar.’24/mar.’23 principalmente per due motivi, cioè il minore volume di prodotto proveniente dalla Nuova Zelanda e il confronto con i quantitativi record del 2023. Nel primo trimestre, il calo dei volumi neozelandesi è stato parzialmente compensato da un aumento di quelle provenienti da Ue, Stati Uniti e Australia. L’import di burro è influenzato dalla domanda che continua ad essere altalenante, con un calo a marzo (-31% mar.’24/mar.’23) dopo un aumento a febbraio, portando i volumi del trimestre del 9% al di sotto dei livelli dello stesso periodo 2023. La Nuova Zelanda resta il fornitore principale (85% del fabbisogno di importazione cinesi), ma si stanno facendo gradualmente sempre più spazio i fornitori più piccoli, inclusa la Ue (12%).
Il butteroil è uno dei pochi prodotti il cui import è cresciuto a marzo; il 96% proviene dalla Nuova Zelanda. Le importazioni di lattosio, dopo un 2023 impressionante e un buon inizio nel 2024, sono diminuite del 9% mar.’24/mar.’23, con una contrazione delle spedizioni sia dagli Stati Uniti che dalla Ue.