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Dop e Igp: sui nomi decide la commissione Ue

Sui nomi dei prodotti Dop e Igp l’ultima parola spetta, in ogni caso, alla commissione europea. Quando esamina le domande di registrazione delle indicazioni geografiche (Ig), infatti, la Commissione non è vincolata alla valutazione preliminare delle rispettive autorità nazionali. Il chiarimento arriva dal tribunale dell’Ue, che in questi giorni ha respinto il ricorso presentato da un consorzio di tutela Igp di salumi della Corsica.

Dop e Igp: il caso delle denominazioni presentate dalla Corsica

All’origine della vicenda c’è proprio una decisione della commissione europea, che ha negato la registrazione Igp di alcune denominazioni ala Corsica perché, a suo avviso, evocative di altre Dop dell’isola francese. A questo punto il consorzio, che aveva ricevuto l’ok al nome e alla presentazione da parte delle autorità nazionali francesi, ha deciso di presentare un reclamo contro la decisione della commissione sostenendo che avrebbe ecceduto alle proprie competenze. I giudici Ue, però, hanno respinto il ricorso chiarendo che una decisione di un organo giurisdizionale nazionale che stabilisca che non c’è rischio di evocazione tra le Dop registrate e le Igp richieste, non può essere invocata per mettere in discussione la valutazione autonoma, da parte della Commissione, di tali condizioni di ammissibilità. Insomma, anche se tutto un territorio è concorde rispetto alla tutela Dop e Igp di un proprio prodotto la commissione può decidere di negare la registrazione o comunque di chiedere modifiche sostanziali alla denominazione.