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‘Tassa covid’: gli aumenti si abbattono sull’estate degli italiani

I dati Istat di giugno parlano di un’inflazione 2021 pari al +1,3%, con lievi flessioni per gli alimentari, lavorati e non. Ma la realtà dei prezzi al consumo e la sensazione dei consumatori raccontano una storia ben diversa, fatta di aumenti, o della cosiddetta ‘tassa Covid’. Un amico, qualche settimana fa, mi confida: “Sto comprando pochissimi formaggi, i prezzi sono davvero troppo alti”. La sua sensazione è la stessa di chiunque entri in un supermercato, anche guardando il ridotto numero di clienti che si sofferma sui reparti alto spendenti.

Osservo il banco formaggi di un qualunque supermercato milanese e mi accorgo che dieci euro non bastano a mettere in tavola due pezzi presi al take away, sufficienti per una cena o poco più. In cassa, una cliente racconta all’addetta del supermercato, che passa uno dopo l’altro i pezzi di una interminabile spesa: “Mi hanno chiamato gli amici che sono già al mare chiedendomi di fare scorta qui, perché i prezzi dei supermercati che hanno trovato sono folli”. Al momento di pagare, la cliente osserva che nemmeno qui le sembrano poi così contenuti. La signora dopo di lei in fila, intanto, si inserisce nell’improvvisato dibattito, raccontando che con la famiglia ha cambiato per la prima volta destinazione. “Ci muovevamo sempre in aereo per poi noleggiare l’auto al mare, ma quest’anno i prezzi sono esplosi, troppo per noi”. Il trio prosegue e la conversazione si allarga alla cassiera di fianco. Viene evocata la cosiddetta ‘tassa Covid’, ovvero micro (o macro) aumenti generalizzati che stanno investendo un po’ tutto, dalla tazzina del bar che ci è mancata per mesi alle cene al ristorante, dai carburanti agli alberghi fino ad arrivare al cono gelato da passeggio.

E’ indubbio che questa estate è resa complessa non solo dalle norme anti Covid ma anche da una certa tensione sui prezzi. Tensione che in realtà è generata dalla somma di diversi fattori, un fenomeno che assomiglia alla classica tempesta perfetta: ci sono mesi di spese e mancati guadagnati degli operatori, sopratutto quelli del turismo e dell’Horeca, che li spingono a più o meno leggeri ritocchi di prezzo nel tentativo di compensare le perdite. Ma ci sono anche le tensioni fortissime sugli energetici e sulle materie prime, che si combinano con tutte le difficoltà di una logistica che ha affrontato e sta affrontando forse la più grande sfida dei tempi moderni. E ci sono anche gli strappi, in chiave positiva, delle imponenti crescite dell’import di alcuni mercati, come quello Nordamericano o quello asiatico. Crescite che seguono l’andamento ugualmente a strappo delle aperture e delle ripartenze e che, se rappresentano da un lato notevoli boccate d’ossigeno per l’industria, comportano dall’altro incrementi di prezzo legati all’aumento esponenziale delle quantità di merci che girano per il mondo e alle difficoltà ancora esistenti nei trasporti. Un quadro difficile in cui lavorare o anche solo nel quale programmare una vacanza con la famiglia. Il rischio è che i conti dell’estate 2021 siano davvero salati e finiscano per deprimere un po’ la voglia di spendere dopo il lungo inverno dei lockdown. Resistere alla tentazione della ‘tassa Covid’ è sicuramente difficile per chi ha passato mesi di passione ma è l’unico dei tanti fattori in gioco che si può parzialmente controllare. E forse, senza farsi prendere dall’ansia del ritorno economico immediato, varrebbe la pena fare questo patto tra consumatori ed esercenti. Che di tasse Covid ne stiamo tutti pagando fin troppe. E siamo solo all’inizio.