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Salute e formaggi, una battaglia che comincia a casa nostra

Si è tornato a parlare, in queste settimane, del Nutriscore, cioè il sistema di etichettatura a semaforo sui beni alimentari che gran parte dei paesi Ue vorrebbe adottare. E che, da sempre, tra i contrari più decisi vede in prima fila l’Italia. Preoccupata che questo tipo di classificazione nutrizionale degli alimenti penalizzi alcuni fra i prodotti simbolo del Made in Italy, come i salumi, i formaggi o l’olio. Tutti i ministri dell’agricoltura che si sono avvicendati sulla poltrona del Mipaaf hanno cercato sostegno fra i partner europei contro l’adozione del Nutriscore, denunciando la semplificazione informativa connessa ad un sistema come il semaforo che, con tre colori, pretende di classificare tutto ciò che portiamo in tavola, dalla Coca Cola al formaggio di Fossa.

Il ministro Bellanova: i cibi sani di per sé non esistono

Ancora pochi giorni fa, il ministro dell’agricoltura, Teresa Bellanova, è tornata sull’argomento, dichiarando che: “Una vera educazione alimentare non può essere sostituita da etichette e proprio in linea con questi principi in Italia stiamo adottando un sistema, il NutrInform battery, tenuto ad informare sugli apporti degli alimenti rispetto al fabbisogno quotidiano delle sostanze nutritive e fornire un’informazione utile al consumatore, che potrà orientare in questo modo la sua scelta. Non esistono cibi sani di per sé, ma solo diete sane“. Parole del tutto condivisibili, certo. I cibi sani di per sé non esistono e, di conseguenza, nemmeno quelli pericolosi.

Non sembrano pensarla così, però, dalle parti di Puglia24news. Dove, qualche giorno fa, è apparso un articolo dal titolo eloquente: “Formaggi che fanno male, ecco i più pericolosi”. L’incipit è già da brivido: “Un cibo molto apprezzato è sicuramente il formaggio. Tuttavia, questo alimento non è molto salutare, quindi spesso ci si chiede quali siano i formaggi che fanno meno male specie in base ai livelli di colesterolo presenti al loro interno”. Come se non bastasse, segue la lista dei buoni, tra cui figurano quark, stracchino e mozzarella light, e quella dei “formaggi pericolosi”.

La lista nera di Puglia24news

Una lista nella quale compaiono per lo più formaggi stagionati, compresi Grana e Parmigiano sempre molto consigliati dai nutrizionisti, con una curiosa selezione che farebbe la gioia di un gourmet appassionati di formaggi del Nord Italia. Ci sono la Raschera e il Montasio, il Bitto, il Bra e la Fontina (curiosamente tutti prodotti tra Veneto, Piemonte e Valle D’Aosta), ma non si fa alcuna menzione, ovviamente, di mozzarelle, burrate, provoloni e stracciatelle, fiore all’occhiello della produzione pugliese che pure, in questa logica, dovrebbero occupare posizioni di tutto rispetto. Ma, tralasciando l’ovvio campanilismo, l’articolo di Puglia24news dovrebbe far riflettere molto e molti, proprio a cominciare dal ministro Bellanova. Perché la partita sul tema della nutrizione è forse la più importante da giocare, a tutti i livelli. Pareri come questi sono purtroppo ben diffusi, prima di tutto nel nostro Paese. E richiedono un lavoro di educazione e di presenza politica e tecnica negli organi istituzionali mondiali. Non una presenza di facciata, non una voce da inserire nel curriculum ma un lavoro serio, quotidiano, costante, che valorizzi prodotti eccezionali sotto tutti i punti di vista, anche quello della sana alimentazione. Restituendo davvero ai formaggi, e non solo, il loro posto nell’alimentazione e nella cultura del cibo, che vale molto più di qualsiasi etichetta.