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Scontro sul prezzo del latte. L’annuncio di Prandini: “Denunceremo Lactalis”

Risulta piuttosto strano credere che oggi si possa denunciare chi paga il latte 51,6 centesimi a litro, come ha fatto Lactalis Italia a giugno. Eppure, è questo il nuovo capitolo dello scontro fra Coldiretti e l’azienda. Un nuovo match che curiosamente si apre proprio dieci anni dopo la denuncia che Coldiretti fece all’Antitrust, sempre contro Lactalis e sempre in tema prezzo del latte, finita con una netta pronuncia in favore dell’azienda del Gruppo francese.

“Procederemo a denunciare il gruppo Lactalis per pratiche sleali all’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) del Ministero dell’agricoltura e della sovranità Alimentare per la violazione del contratto sul prezzo del latte”, ha annunciato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini (foto), in occasione dell’assemblea Nazionale di Roma. E’ da maggio che la situazione, fra Lactalis e i conferenti legati a Coldiretti, vive una fase di stallo poiché la confederazione ha dichiarato di non accettare il nuovo accordo e di considerare le cifre corrisposte solo un acconto. Ma l’azienda ha tirato dritto, confermando quanto comunicato ai propri conferenti, che salvo gli aderenti a Coldiretti hanno sottoscritto il nuovo accordo, con l’introduzione di un indice per la determinazione del prezzo alla stalla a partire dal mese di aprile.

Diametralmente opposta la tesi della confederazione: “La Lactalis – secondo Coldiretti – ha modificato unilateralmente il contratto con gli allevatori fornitori di latte diminuendo i prezzi riconosciuti ed introducendo un nuovo indice collegato tra l’altro alle quotazioni del latte europeo non concordato e fortemente penalizzante per i produttori italiani”. L’indice, in realtà, è composto da tre voci, di cui solo una legata ale quotazioni del latte europeo: valore base medio (360 euro/1.000 litri di latte), il valore EU ‘historical prices nella colonna Weighted average dei paesi’ del sito EU27 e quello dei prezzi medi mensili (media fra minimo e massimo) del Grana Padano stagionatura di 9 mesi ed oltre, quotato alla Borsa Merci della CCIAA di Milano. E c’è da ricordare, inoltre, che anche l’Italia si trova nel mercato Ue ed è quindi corretta a confrontarsi con i prezzi degli altri mercati, per restare concorrenziale.

Prezzo del latte: le tappe dello scontro

“Gentili fornitori latte, facciamo seguito alla ns del 31 gennaio 2023. In questa comunicazione era stabilito che, nel corso del mese di aprile, sarebbe stata fatta una verifica della coerenza fra il prezzo del latte proposto ed i valori effettivamente espressi dal mercato. Nelle scorse settimane abbiamo avuto modo di evidenziare in più occasioni come il contesto di riferimento del settore lattiero caseario sia profondamente mutato rispetto a quanto era stato ipotizzato ad inizio anno, segnando un calo importante di tutti i principali indicatori. In un contesto così incerto, riteniamo che ripristinare un sistema di indicizzazione sia la modalità più coerente per arrivare a fotografare l’andamento del mercato net medio lungo periodo”. Comincia con questa missiva inviata da Italatte (Lactalis) ai suoi conferenti lombardi, al rientro dopo il ponte del primo maggio, la querelle con la Confederazione. Una comunicazione che arriva dopo tre incontri con le parti Coldiretti compresa, risolti in un nulla di fatto, e che sceglie la via dell’indicizzazione, seppure modificata rispetto a quella utilizzata in precedenza, per determinare ogni mese il nuovo prezzo del latte. A partire da aprile è così che Lactalis sta calcolando, ogni mese, il prezzo del latte da corrispondere ai conferenti.

Il decreto pratiche sleali

Il decreto legislativo in attuazione della Direttiva UE sulle pratiche commerciali sleali prevede lo stop a 16 pratiche sleali che vanno dal rispetto dei termini di pagamento (non oltre 30 giorni per i prodotti deperibili) al divieto di modifiche unilaterali dei contratti e di aste on line al doppio ribasso, dalle limitazioni delle vendite sottocosto, alla fine dei pagamenti non connessi alle vendite fino ai contratti rigorosamente scritti, ma anche che i prezzi riconosciuti agli agricoltori ed agli allevatori non siano inferiori ai costi di produzione.

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