Latte, sul nuovo prezzo Italatte c’è la contrarietà dei sindacati agricoli. Ma per aprile…
Arriva dopo che i buoi sono scappati dalla stalla, per restare in ambito zootecnico, la risposta delle due principali sigle sindacali agricole alla missiva inviata da Italatte ai suoi conferenti. I bonifici per il latte conferito ad aprile erano infatti già partiti, come prevedono la prassi e le norme, con il nuovo prezzo indicato dall’azienda: 55,3. Nonostante questo, scrive Coldiretti Lombardia (che rappresenta circa 70 conferenti Italatte): “Come noto la somministrazione di latte in vostro favore sta avvenendo sulla base del contratto in essere come da vostra comunicazione del 31 gennaio 2023 […] che prevedeva e prevede, oltre a un prezzo fisso fino a giugno 2023, l’impegno delle parti a rivedersi entro aprile al fine di garantire la rispondenza del prezzo ai valori di riferimento del mercato e concordare eventuali sue modifiche. A seguito di ciò e a tale scopo sono state avviate e sono in corso interloicuzioni tra le parti che però, al momento, non hanno trovato il necessario consenso […]. Vi invitiamo a prendere atto che le forniture che nel frattempo si sono realizzate e si realizzeranno non potranno che trovare regolamentazione economica, anche in termini di prezzi, sulla base del contratto attualmente in essere e dei valori indicati nella città comunicazione del 31 gennaio 2023”. A firmare la missiva è Paolo Carra, vicepresidente di Coldiretti Lombardia e fra i partecipanti al tavolo della trattativa.
Il giorno dopo, ancora più surreale, arriva una lettera di Confagricoltura Lombardia, firmata dal presidente, Riccardo Crotti, e da Maurizio Roldi, presidente della Federazione regionale latte, che scrivono: “In merito alla vostra comunicazione del 2 maggio, nella quale proponete di applicare un meccanismo di indicizzazione con relative modifiche, vi informiamo che a seguito di confronto con gli stessi in tutto il territorio regionale, per quanto abbiamo rilevato e vi riportiamo, non si ravvisano le condizioni per accogliere la nostra proposta”. Non è dato sapere a fronte di quali numeri o evidenze di mercato la confederazione affermi che il prezzo di 57,5 centesimi sia giusto. Probabilmente, in un universo parallelo nel quale l’inflazione è tornata in cifra singola, gli stipendi sono raddoppiati e i carrelli della spesa traboccano di ogni meraviglia lattiero casearia. Un mondo nel quale tutti vorremmo trovarci, sicuramente anche Italatte/Lactalis. Ma che non è quello attuale. Non resta che attendere i prossimi incontri e i prossimi passi. Ma è certo che, nel momento in cui in tutta Europa si vede il 4 (e persino il 3) davanti al prezzo del latte (Friesland Campina aprile: 42,5) pare piuttosto improbabile che si possa tornare a salire.