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Latte e derivati: come sta andando il mercato, nel mondo?

La situazione del mercato di latte e derivati resta piuttosto frizzante in tutti i paesi del mondo. Complici gli aumenti e le tensioni lungo le filiere, il quadro non è di facile interpretazione. In generale, gli analisti concordano nel sostenere che, in futuro, potrebbero esserci carenze di latte a causa della riduzione della produzione in molti paesi esportatori, nonostante oggi si registri, in realtà, un surplus, dettato anche dal calo dei consumi che sta colpendo numerosi mercati, a partire da quello europeo. La domanda globale, infatti, è mista, con un calo registrato in Europa e negli Stati Uniti e una lenta ripresa dalla Cina ma anche con crescenti opportunità in altri mercati asiatici.

L’Ue, la Nuova Zelanda e gli Stati Uniti rappresentano oltre il 75% del commercio mondiale di prodotti lattiero caseari, con la quota di mercato statunitense in crescita ogni anno, mentre quelle dell’Ue e della Nuova Zelanda sono in calo e la produzione, in tutte le cinque grandi regioni esportatrici, sta rallentando.

La debole domanda di formaggio che si sta registrando in Europa ha spinto più latte verso polveri e burro, soprattutto nei paesi del Nord. La produzione di mozzarella, viceversa, è in aumento e al momento è in competizione con quella degli Stati Uniti. Ma oggi è l’Asia che rappresenta circa il 50% della domanda globale, con Indonesia e Filippine che hanno registrato la maggiore crescita negli ultimi anni. Entrambi i paesi hanno un basso tasso di autosufficienza e un consumo pro capite in rapido aumento, con molto potenziale, soprattutto per le polveri.

Cina: andamento lento

La Cina è tradizionalmente un importante importatore globale di prodotti lattiero caseari, ma negli ultimi tempi non ha acquistato molto prodotto, anche in virtù di un’abbondante offerta interna. Un fatto, secondo gli analisti, che dovrebbe continuare nella seconda metà del 2023. La riduzione del numero di scrofe in Cina a causa della peste suina africana, inoltre, ha comportato una minore domanda di prodotti a base di siero di latte nel paese. Tuttavia, la ripresa nel settore dei servizi alimentari cinesi, seppur lenta, dovrebbe contribuire a incrementare le esportazioni di formaggio e burro.

Australia: mancano latte e derivati

In Australia si registra una significativa carenza di latte e derivati perché la produzione sta diminuendo, nonostante tre anni di buone condizioni stagionali e i prezzi alti. Il paese, però, è anche cronicamente a corto di grassi, il che significa che i prezzi della panna stanno sostenendo i rendimenti della produzione e quindi spingendo verso l’alto quelli alla stalla.

Nuova Zelanda: focus sui paesi asiatici

Primario esportatore globale di prodotti lattiero caseari, la Nuova Zelanda oggi si sta concentrando sui mercati asiatici, in particolare per i prodotti ad alto valore.”A livello globale, la domanda di prodotti di alto valore sta crescendo più rapidamente dell’offerta”, ha affermato Miles Hurrell, amministratore delegato della colosso lattiero caseario Fonterra. Hurrell ha accolto con favore l’accordo di libero scambio tra il Regno Unito e la Nuova Zelanda, che entrerà in vigore il 31 maggio. Tuttavia, ha aggiunto che Fonterra non vede volumi significativi di prodotto provenienti dalla Nuova Zelanda nel Regno Unito. Quanto alla produzione di latte, è invariata o in calo da tre anni e potrebbe potenzialmente diminuire ulteriormente.

Stati Uniti: aumenta la produzione di latte e derivati

A differenza di molti dei principali paesi produttori di latte, si prevede che gli Stati Uniti continueranno ad aumentare la produzione di latte e i volumi di esportazione. Martin Bates, rappresentante di Dairy Farmers of America, ha affermato che gli Stati Uniti si aspettano un aumento dell’1,5% su base annua dei volumi di latte. Il consumo di latte negli Stati Uniti, inoltre, sta crescendo di circa lo 0,5% all’anno.

Ucraina: interrotta la logistica di approvvigionamento

La guerra sta ovviamente avendo un enorme effetto sull’industria lattiero casearia in Ucraina, con un calo dei consumi del 28%, mostruosi aumenti dei costi e inflazione. Maks Fasteyev, analista della società ucraina Infagro, ha affermato che la logistica di approvvigionamento interrotta, i blackout e le mine antiuomo rappresentano problemi importanti per i produttori di latte ucraini. Nonostante gli effetti della guerra, si prevede che l’Ucraina aumenterà la sua fornitura di latte di altri 3-5 milioni di litri durante il prossimo decennio.