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Cheese confermata nel 2021 (17-20 settembre). Marca rinviata al 2022 (18-19 gennaio)

Slow Food e la città di Bra hanno sciolto le riserve: Cheese 2021 ci sarà, anche se con date leggermente anticipate rispetto a quanto inizialmente previsto. L’evento internazionale dedicato ai formaggi a latte crudo e alle forme del latte si terrà infatti dal 17 al 20 settembre. Nelle stesse ore, però, arriva anche una notizia di segno opposto: Marca, dopo aver provato a riprogrammare l’evento nel mese di giugno, abbandona la speranza di aprire i battenti nel 2021 e sposta tutto al prossimo anno, il 19 e 20 gennaio.

Cheese si prepara ad una fiera in presenza

Ad annunciare ufficialmente le date della tredicesima edizione sono gli organizzatori, la Città di Bra e Slow Food, che, spiegano in una nota, “hanno deciso di dare un segnale di ottimismo e di ripartenza a tutti i soggetti legati a questo evento e a ciò che esso rappresenta. Innanzitutto il mondo del formaggio di qualità, che come ogni due anni si riunirà nella cittadina piemontese, il territorio che da sempre ospita la manifestazione, ma anche i settori della ristorazione e dell’ospitalità alberghiera, tra quelli più duramente colpiti dalla crisi innescata dalla pandemia”. La macchina organizzativa è già in moto, poiché le difficoltà non sono ovviamente poche: “Siamo già all’opera per adattare i format storici di Cheese e rendere ogni occasione di conoscenza, degustazione, educazione, un momento da vivere in presenza e in piena sicurezza. Non mancheranno infatti i grandi classici della manifestazione: il Mercato dei formaggi e la Via degli Affinatori, punto di riferimento per appassionati e buyer, le conferenze di approfondimento e i momenti ludici per famiglie e bambini, per ricreare quel clima magico che per quattro giorni l’appuntamento braidese ci regala”, ha spiegato il direttore generale di Slow Food Italia, Daniele Buttignol.

Marca getta la spugna: appuntamento a gennaio 2022

“Il perdurare dell’emergenza pandemica, nonostante le campagne vaccinali in atto sul territorio nazionale stiano lentamente invertendo la curva dei contagi, richiede agli organizzatori fieristici massima flessibilità e una continua valutazione delle opportunità di rimodulazione dei calendari espositivi, con l’obiettivo di assicurare le migliori condizioni per lo svolgimento degli eventi e di assecondare le esigenze delle aziende impegnate a far fronte alla pandemia. E’ nato anche da queste riflessioni il confronto fra organizzatori dell’evento – BolognaFiere in collaborazione con Adm, Associazione Distribuzione Moderna – e gli espositori, per individuare la miglior data per lo svolgimento della prossima edizione di MarcabyBolognaFiere”. Spiegano così, gli organizzatori, la scelta di abbandonare l’ipotesi di una fiera a giugno per concentrarsi sul 2022, in apertura d’anno come da tradizione per la manifestazione bolognese. A pesare sono state sopratutto le perplessità degli espositori che hanno privilegiato l’opzione gennaio 2022 sulla quale confluisce, da un lato, la certezza del consolidamento degli effetti delle campagne vaccinali in atto e, dall’altro, il riposizionamento di MarcabyBolognaFiere nel periodo più funzionale alle aziende per la pianificazione delle strategie commerciali. Troppe incertezze, oggi, e troppi costi da sostenere a fronte di una mobilità ancora molto ridotta.

Un calendario affollatissimo

Se tutto andrà come deve, l’autunno fieristico presenta un calendario in cui è difficile trovare giornate vuote. Come non bastassero gli eventi già programmati, ci sono tutti quelli che hanno spostato gli appuntamenti nella speranza, e la cronaca sembra dargli ragione, di una situazione migliore sotto il profilo pandemico. Da Sirha, prestigioso salone lionese dedicato alla ristorazione, a CibusSanaMacfrut. Cui seguono, ad ottobre, altri due appuntamenti fondamentali: l’Anuga di Colonia e il Tuttofood&Host di Milano, senza contare le manifestazioni più locali previste nei vari paesi. D’altronde, le fiere sono al collasso e hanno la necessità di ripartire al più presto. Ma devono necessariamente fare i conti con la disponibilità delle aziende ad investimenti ingenti dalla resa incerta, a causa delle restrizioni ancora in vigore nel mondo. Tocca sperare nella buona sorte e nel tempo, quello meteorologico, scommettendo sul fatto che il virus si comporti come nel 2020 e conceda una tregua nel periodo più caldo dell’anno.