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Nutrinform battery, pubblicate le linee guida: molto rumore e sempre troppo zucchero

Nel pieno della tempesta governativa, il Mise ha pubblicato le linee guida per l’utilizzo della Nutrinform Battery, l’etichetta nutrizionale volontaria, elaborata dall’Italia in opposizione al Nutriscore, che dovrebbe aiutare il consumatore a interpretare le informazioni nutrizionali degli alimenti. Rispetto a quanto annunciato nei mesi scorsi, nulla è cambiato. E questo non è certamente un bene.

Il confronto visivo tra Nutrinform Battery e Nutriscore: il primo non si legge, il secondo sì

La forma è sostanza

La prima cosa che colpisce della Nutrinform Battery è la sua poca leggibilità. Su un packaging già ricchissimo di loghi, diciture, tabelle e claim, bianco e azzurro pallido non sono certamente una scelta felice. Lo dimostra lo stesso screenshot pubblicato dal Mipaaf su Twitter, per mostrare le differenze con il Nutriscore. Una differenza balza subito agli occhi: il Nutriscore si vede (e si capisce) mentre la battery sparisce. Il secondo limite è già stato più volte messo in luce, ma non preso in considerazione: caricare una batteria è un messaggio positivo. Per tutti noi, il rosso (cioè male) si associa a batteria scarica mentre il verde (bene) ad una ben carica. Qui è il contrario: il bene è non caricare la batteria.

Zucchero e sale lontani dalle raccomandazioni nutrizionali

Il limite più evidente è però di sostanza. Se già strutturare la giornata alimentare ‘tipo’ secondo le calorie è un sistema considerato sorpassato dalla più moderna scienza nutrizionale, prendere a riferimento l’assunzione media di un maschio adulto (cioè 2mila calorie), non aiuta a ricavare, ad esempio, informazioni per l’alimentazione dei più piccoli, che sono importantissime, o per gli anziani, gli sportivi, le donne e così via. Il dato stampato sulla Battery si adatta solo a una certa categoria di persone; per tutti gli altri, dunque, vige l’approssimazione e il calcolo personale. Ancora più lampante è l’errore commesso per zucchero e sale: secondo i parametri fissati dal ministero, la dose quotidiana di sale è di 6 grammi e quella di zucchero addirittura di di 90 grammi complessivi (cioè l’insieme degli zuccheri assunti e naturalmente presenti nei cibi). Circa il sale, le linee guida dell’Oms, e quelle dello stesso ministero della Salute italiano, fissano un tetto massimo di 5 grammi. Per lo zucchero è forse ancora peggio: sembra molto difficile che un consumatore possa stimare lo zucchero che assume non direttamente e, quindi, uniformarsi alle linee guida universalmente condivise che individuano in 25 grammi il tetto massimo di zuccheri da assumere in una giornata, ben lontani dai 90 della battery.

La tabella delle assunzioni di riferimento riportata nel documento del Mise

Se volete saperne di più, così come avremmo voluto fare noi, ci sarebbe un sito dedicato interamente alla Nutrinform Battery. Ma, al momento della pubblicazione delle linee guida, risulta off- line causa traduzione in inglese dei testi.

Le calorie e il senso morale

Il documento infine, a pagina 2, recita: “L’operatore si impegna a non utilizzare il marchio per scopi politici, ambigui, contrari all’ordine pubblico o alla moralità o che potrebbero violare i diritti riconosciuti dalla legge e, in generale, a non associare il marchio ad azioni o attività che potrebbero recare danno alla salute”. La domanda, a questo punto, sorge spontanea: quali potrebbero essere gli usi contrari alla moralità dell’etichetta nutrizionale facoltativa? Viene il sospetto che, forse, c’è davvero qualcosa che non abbiamo capito, in questo provvedimento.

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