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Lactalis, lo stillicidio delle sanzioni: superata quota 500mila euro

Nei giorni in cui la premier Giorgia Meloni torna su alcuni dei suoi cavalli di battaglia, come “il fisco non disturbi le aziende” o “non è lo Stato che produce ricchezza ma le aziende con i lavoratori”, l’operato dell’Icqrf sembra andare nella direzione opposta. Dopo quelle comminate il 22 febbraio, le prime, per un importo di oltre 74mila euro, e quelle arrivate la settimana successiva, con l’ordinanza del 28 febbraio – quattro, per un importo totale di oltre 124mila euro – l’8 marzo l’Ispettorato centrale repressione frodi ha emesso una nuova ordinanza, la 131, con altre 11 sanzioni per Italatte (Lactalis). L’importo complessivo, questa volta, è di oltre 335mila euro e fa salire il totale, dall’inizio delle sanzioni per Lactalis, a oltre 530mila euro.

L’accusa, quella per pratiche sleali, è sempre la stessa (articolo 4, comma 1 lettera d del decreto legislativo 189/2021): alla società viene contestato di aver modificato unilateralmente i contratti di fornitura del latte e di aver introdotto un indice che ne collega la quotazione a quelle europee. Dal canto suo, dopo le prime sanzioni, Lactalis ha già comunicato che farà ricorso per tutte le sanzioni. E ha anche precisato: “Nel 2023 le modifiche contrattuali proposte hanno consentito agli allevatori di ricavare 40 milioni di euro, oltre il 10% in più rispetto a quanto stipulato inizialmente, con un prezzo in linea con il mercato”. 

Ma torniamo allo stillicidio, alla politica e al premier. Secondo le dichiarazioni rilasciate in occasione della prima sanzione dal ministro Francesco Lollobrigida (in foto), sarebbero 100 le azioni di carattere amministrativo erogate da Icqrf. Questo significherebbe, conti alla mano, che all’appello ne mancano ancora 84. C’è abbastanza materiale, insomma, per continuare lo stillicidio fino alle prossime elezioni europee, facendo felice Coldiretti, che ha sporto denuncia, e tutta la sua base, in particolare gli allevatori che non conferiscono a Italatte. Ma senza entrare nel merito delle ragioni dell’uno o dell’altro, se questo fosse davvero lo schema – cioè comminare un po’ di sanzioni alla settimana a Lactalis con obiettivo politico – siamo davvero lontanissimi da un concetto come ‘lo Stato non disturbi le azione’. Se violazione, secondo Icqrf, c’è stata, si chiuda velocemente la pratica, si lasci all’accusato la possibilità di fare i suoi ricorsi e si torni a ragionare sulla formazione del prezzo del latte, che come ogni fatto di mercato deve avvenire secondo le sue logiche. Se, invece, l’obiettivo è politico, allora si stanno ancora una volta usando gli allevatori per scopi lontanissimi dalla loro crescita e dalla loro supposta tutela. Con l’aggravante del ‘dagli allo straniero’ emersa dalle parole di Lollobrigida. Eppure, almeno a quanto risulta, nessuno al momento se ne sta preoccupando.