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Pratiche sleali: Lactalis multata sul prezzo del latte

Abuso di posizione dominante. Con questa accusa l’Icqrf ha comminato a Italatte (Lactalis) una sanzione amministrativa pari 74.145 euro per aver violato il decreto legislativo n. 198 dell’8 novembre 2021 sulle pratiche sleali, in merito alla formazione del prezzo del latte, a danno degli allevatori, dopo la denuncia di Coldiretti all’ispettorato centrale repressione frodi (Icqrf). Secondo le dichiarazioni del ministro Lollobrigida, sarebbero 100 le azioni di carattere amministrativo erogate da Icqrf. Lactalis, con una nota, ha già annunciato che farà ricorso per tutte le sanzioni.

Tutto è iniziato nell’estate del 2023 quando, con il latte pagato 51,6 centesimi, Coldiretti, per bocca di Ettore Prandini, annuncia la volontà di denunciare Italatte per pratiche commerciali sleali. “Procederemo a denunciare il gruppo Lactalis per pratiche sleali all’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) del Ministero dell’agricoltura e della sovranità Alimentare per la violazione del contratto sul prezzo del latte”. Ma era già da maggio che la situazione, fra Lactalis e i conferenti legati a Coldiretti, viveva una fase di stallo poiché la confederazione non voleva accettare il nuovo accordo, con l’introduzione di un indice per la determinazione del prezzo alla stalla. Diametralmente opposta la tesi della confederazione: “La Lactalis – secondo Coldiretti – ha modificato unilateralmente il contratto con gli allevatori fornitori di latte diminuendo i prezzi riconosciuti ed introducendo un nuovo indice collegato tra l’altro alle quotazioni del latte europeo non concordato e fortemente penalizzante per i produttori italiani”.

Lactalis: il primo acquirente di latte in Italia

Lactalis Italia è il primo acquirente di latte nazionale con 1,3 miliardi di litri raccolti (l’11% del dato nazionale) ed è inoltre il più importante player del settore lattiero-caseario, con il 14,5% del fatturato del comparto. Per il biennio 2023-2024 ha in programma oltre 160 milioni di investimenti nel nostro paese. Lactalis Italia conta su 31 stabilimenti e 4 mila referenze di prodotto tra latte, formaggi e salumi in 6 business unit: Galbani formaggi e salumi, Parmalat, Leerdammer, Castelli, Ambrosi. Nel portafoglio brand conta Invernizzi, Cademartori, Locatelli, Vallelata. Nel 2022 ha realizzato ricavi aggregati per 2,9 miliardi, sommando i dati del gruppo Lactalis Italia con quelli della capogruppo Parmalat.

Prezzo del latte: le tappe dello scontro

“Gentili fornitori latte, facciamo seguito alla ns del 31 gennaio 2023. In questa comunicazione era stabilito che, nel corso del mese di aprile, sarebbe stata fatta una verifica della coerenza fra il prezzo del latte proposto ed i valori effettivamente espressi dal mercato. Nelle scorse settimane abbiamo avuto modo di evidenziare in più occasioni come il contesto di riferimento del settore lattiero caseario sia profondamente mutato rispetto a quanto era stato ipotizzato ad inizio anno, segnando un calo importante di tutti i principali indicatori. In un contesto così incerto, riteniamo che ripristinare un sistema di indicizzazione sia la modalità più coerente per arrivare a fotografare l’andamento del mercato net medio lungo periodo”. Comincia con questa missiva inviata da Italatte (Lactalis) ai suoi conferenti lombardi, al rientro dopo il ponte del primo maggio, la querelle con la Confederazione. Una comunicazione che arriva dopo tre incontri con le parti Coldiretti compresa, risolti in un nulla di fatto, e che sceglie la via dell’indicizzazione, seppure modificata rispetto a quella utilizzata in precedenza, per determinare ogni mese il nuovo prezzo del latte. 

Il decreto pratiche sleali

Il decreto legislativo in attuazione della Direttiva UE sulle pratiche commerciali sleali prevede lo stop a 16 pratiche sleali che vanno dal rispetto dei termini di pagamento (non oltre 30 giorni per i prodotti deperibili) al divieto di modifiche unilaterali dei contratti e di aste on line al doppio ribasso, dalle limitazioni delle vendite sottocosto, alla fine dei pagamenti non connessi alle vendite fino ai contratti rigorosamente scritti, ma anche che i prezzi riconosciuti agli agricoltori ed agli allevatori non siano inferiori ai costi di produzione.