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Ue-Nuova Zelanda: firmato l’accordo di libero scambio. Per l’entrata in vigore c’è ancora incertezza

Dopo oltre un anno dalla conclusione dell’accordo politico e di principio, è stato firmato l’accordo di libero scambio fra la Ue e la Nuova Zelanda. Il testo dell’intesa è stato quindi inviato al Parlamento europeo per l’approvazione, che dovrebbe avvenire prima con una votazione interna alla commissione per il commercio internazionale, prevista per la fine di ottobre, poi con il voto nella plenaria del Parlamento, a novembre o a dicembre.

Per quanto riguarda la ratifica da parte neozelandese, l’iter potrebbe subire un ritardo a causa delle elezioni parlamentari. Ipotizzando un esito positivo, l’accordo potrebbe quindi entrare in vigore all’inizio del 2024. I vantaggi per l’Unione Europea saranno molteplici: dalla riduzione di circa 140 milioni di euro all’anno dei dazi, a partire dal primo anno di applicazione, all’aumento degli scambi bilaterali del 30%, con un incremento potenziale delle esportazioni annuali dell’Ue, che potrebbe toccare i 4,5 miliardi di euro. Il potenziale di crescita degli investimenti dell’Ue in Nuova Zelanda è invece dell’80%. L’accordo prevede anche impegni senza precedenti in materia di sostenibilità.

Nuova Zelanda: tutti i formaggi Dop protetti, dall’Asiago alla Bufala Camapa

Nel settore agroalimentare l’intesa proteggerà 163 Indicazioni Geografiche comunitarie, di cui 24 italiane, fra le quali diversi formaggi: Asiago, Castelmagno, Fontina, Gorgonzola, Grana Padano, Montasio, Pecorino Romano, Pecorino Toscano, Parmigiano Reggiano, Piave, Taleggio, Provolone Valpadana e Mozzarella di Bufala Campana.

E’ inoltre prevista una stretta cooperazione sulle norme in materia di benessere degli animali e in materia di sprechi alimentari, pesticidi e fertilizzanti al fine di garantire maggiore sicurezza delle catene di approvvigionamento alimentare. Per il settore lattiero caseario europeo, rispetto a quanto si paventava qualche mese fa, le preoccupazioni legate ad una maggiore pressione sul settore dovrebbero essere mitigate: in Nuova Zelanda la crescita della raccolta latte è destinata a fermarsi a causa dei limiti introdotti dal governo alle emissioni delle vacche, rispetto alle quali dovrebbe arrivare anche una tassa.