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Direttiva emissioni e ripristino della natura: cosa è stato deciso davvero?

Due voti, entrambi in sede Ue, stanno agitando il settore agricolo italiano ed europeo: la direttiva emissioni e il cosiddetto ripristino della natura, il controverso provvedimento voluto da Frans Timmermans, vicepresidente della commissione Ue. A leggere gran parte delle dichiarazioni, c’è soddisfazione per il voto sulla direttiva emissioni e preoccupazione per quello sul ripristino della natura. Ma siamo sicuri che sulle emissioni la partita sia chiusa così? E cosa è rimasto davvero dentro al testo del ripristino della natura?

Direttiva emissioni: ancora in attesa del trilogo

Il parlamento Ue ha di fatto votato lo status quo, escludendo quindi i bovini come previsto dagli emendamenti della commissione agricoltura e bocciando quelli della commissione ambiente, che includevano gli allevamenti dai 300 capi nella direttiva emissioni. Anche se il Pd, ad eccezione di Paolo De Castro e Pina Picierno ha in realtà votato contro lo status quo. Ma il passaggio fondamentale, cioè il trilogo, deve ancora arrivare ed è cosa nota che il consiglio abbia trovato un accordo che include i bovini per gli allevamenti da 350 capi in su, con il voto contrario dell’Italia, e che da prassi il trilogo assuma una posizione vicina a quella del consiglio. Dunque, i bovini potrebbero rientrare. “L’invito che rivolgiamo al parlamento”, ha scritto infatti in una nota Confagricoltura, “è di tenere ferma la posizione nel quadro del trilogo con il consiglio e la commissione per raggiungere l’intesa finale”. Oltretutto, i riflettori sono accesi sui bovini ma anche gli allevatori di suini e polli sono coinvolti e, ad oggi, già inseriti nella direttiva, con tutto ciò che ne consegue per le rispettive filiere. Insomma, c’è ancora molto da fare prima del trilogo e, per come si annunciano oggi le cose, c’è ben poco da festeggiare.

Ripristino della natura: resta solo la difesa delle api

Quello sul ripristino della natura era un testo che, all’inizio, faceva davvero paura al mondo agricolo. Tanto che il Copa Cogeca, il giorno precedente al voto, ha manifestato a Strasburgo contro Greta Thunberg e gli ambientalisti arrivati a difendere il provvedimento. Ma, in realtà, il testo arrivato al voto era ormai totalmente svuotato rispetto a quello scritto dal commissario Timmermans e presentato dalla commissione. Che conteneva obiettivi giuridicamente vincolanti per gli Stati membri per il rispristino degli ecosistemi come, ad esempio, la clausola sulla riduzione del 10% della superficie agricola utilizzata. L’unico obiettivo vincolante che rimane è quello relativo a migliorare la salute e la diffusione degli insetti impollinatori, come le api. Nel testo che ha ottenuto il via libera del Parlamento europeo l’agricoltura è esclusa dall’ambito di applicazione della legge. A questo punto il Parlamento è pronto ad avviare i negoziati con il Consiglio Ue sul testo definitivo.