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Boom dei formaggi italiani all’estero: +12% nei primi sei mesi 2021. Consumi interni a -9%

L’export dei formaggi italiani ha innestato il turbo, nel 2021, registrando una crescita del 12% nel primo semestre dell’anno, rispetto al terribile 2020. Un dato che compensa, in parte, il calo degli acquisti domestici in Gdo, legato alle progressive riaperture in Italia. E, al tempo stesso, una cifra destinata probabilmente a crescere proprio grazie alle riaperture dei paesi di destinazione dell’export di formaggi italiani. Rispetto ai volumi pre Covid la crescita è dell’1%. Una cifra importante perché significa che la lunga emergenza non ha fatto perdere posizioni ai formaggi italiani; inoltre, la strada delle riaperture, che in molti paesi, anche vicini all’Italia, è stata imboccata in maniera molto più decisa, dovrebbe consentire all’export di crescere ancora. In particolare, ottime le performance registrate da Francia (+13,8%), Belgio (+20,8%) e Paesi Bassi (+15,6%). Al di fuori degli scambi con l’Unione Europea, si consolida la ripresa negli Stati Uniti: le esportazioni hanno messo a segno un incoraggiante +27,3%. Solo nel Regno Unito le cose non vanno bene: dopo la Brexit, il nostro export è calato del 4,3%. La speranza è che il dato possa migliorare e i flussi possano riprendere in maniera più stabile; proprio per favorire le importazioni, il Regno Unito ha posticipato l’entrata in vigore di alcune norme relative ai certificati sanitari.

I risultati sono positivi per tutte le categorie di prodotti: la mozzarella (compresa la Bufala Campana Dop, che continua a ottenere ottimi risultati) occupa il primo posto con più di 107mila tonnellate esportate (+23%); seguono gli altri formaggi freschi (100mila tonnellate, +22%), il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano(98mila tonnellate, +21%), i grattugiati (52mila tonnellate, +11%) e il Gorgonzola (oltre 23mila tonnellate, +5%).

Cresce del 3,2% anche la produzione di latte. I consumi interni, per i formaggi italiani, segnano un -9%

Ma a crescere non sono solo le esportazioni. La raccolta latte è aumentata del +3,2%, come segnalato da Assolatte, dato di gran lunga superiore alla media europea ed è il più alto tra i paesi grandi produttori di latte. Aumenta, di conseguenza, anche la produzione casearia (+6,0%), con la mozzarella e alcune Dop che continuano a fare da traino. Sul fronte degli acquisti domestici i consumi stanno tornando ai livelli pre-covid, segnando un -9% nel secondo trimestre 2021 il confronto con lo stesso periodo 2020, quando bar e ristoranti erano coinvolti nelle chiusure generalizzate.