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Assemblea di Assolatte, Zanetti: “La sfida ambientale non può ridursi a un semplice scarico di costi e responsabilità sull’industria”

Sul tavolo dell’assemblea annuale di Assolatte, che si è tenuta oggi a Milano, ci sono numeri confortanti ma anche tante preoccupazioni, che a metterle in fila annunciano un autunno veramente caldo. La domanda mondiale è in netta ripresa, e ancora mancano all’appello tutti i consumi fuori casa dell’era pre-covid, ma dall’altro lato c’è la vertiginosa impennata dei costi di produzione, a cominciare dalle tensioni energetiche, e dei costi della logistica, sopratutto per l’export. E c’è anche il Nutriscore, di cui anche la Iarc ha di recente caldeggiato l’introduzione in Europa, e c’è l’avanzata delle proteine vegetali con tutto il carico di fake news sul latte che le sta accompagnando. Senza dimenticare il tema caldissimo della sostenibilità, che si intreccia spesso anche lui con fake news relative alla zootecnia ma che è urgentissimo affrontare, sia perché le norme vanno in quella direzione sia perché, sopratutto, lo fa il mercato e il consumatore. Insomma, durante la 76esima edizione dell’assemblea di Assolatte, che rappresenta le industrie lattiero casearie, non c’è stato molto tempo per gioire dell’eccezionale +12% registrato dall’export di formaggi italiani nel primo semestre 2021. Un dato che dimostra come, anche di fronte all’incremento della produzione di latte, oggi l’export sia la valvola di sfogo che permette la sussistenza di tutta la filiera lattiero casearia. All’assemblea, cui è intervenuto, in video, anche il ministro delle Politiche agricole Patuanelli, erano presenti anche il presidente dell’associazione europea Eda, Giuseppe Ambrosi, e quello dell’organizzazione mondiale Fil-Idf, Piercristiano Brazzale.

Nel suo intervento, il presidente di Assolatte, Paolo Zanetti, ha delineato un quadro economico complesso per il lattiero caseario, caratterizzato da luci e ombre: “La ripresa poggia su tre pilastri: la capacità delle nostre imprese, che per l’ennesima volta hanno dimostrato grande senso di responsabilità e capacità industriali uniche, i fondi del Recovery Fund, che dovranno essere usati per risolvere problemi storici e strutturali del Paese, la seria riforma della burocrazia, un male per cittadini e imprese. Un problema che tutti a parole sono pronti a combattere, ma che nei fatti nessuno sembra voler risolvere”.

Spazio anche ai temi nutrizionali, fonte di grande preoccupazione per i formaggi italiani: “Anche se abbiamo già raggiunto importanti traguardi dobbiamo continuare la nostra battaglia contro le fake news che coinvolgono i nostri prodotti e contro l’utilizzo improprio delle nostre denominazioni. Altro capitolo fondamentale è il nostro deciso no al Nutriscore e a qualunque sistema di etichettatura che penalizzi gli alimenti più semplici e naturali come il latte e i suoi derivati”. Sul Nutriscore il giudizio di Zanetti è nettissimo: “Qualsiasi sistema di etichettatura che non consideri, e premi, le specificità di alimenti basilari della dieta non ha alcuna ragione d’esistere”.

Un altro capitolo delicato è quello della sostenibilità, sul quale le imprese del settore stanno investendo orami da tempo significative risorse. “La sfida ambientale non può però ridursi a un semplice scarico di responsabilità e di costi sull’industria. Se è vero, com’è vero, che dobbiamo lavorare per il futuro del nostro pianeta, allora lo sforzo deve essere corale, gli investimenti pubblici importanti, la responsabilità partecipata”. E’ chiaro che il riferimento è alla politica e alle istituzioni ma anche a tutti gli anelli della filiera, chiamati ad affrontare e sostenere un percorso che non sarà facile.