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Cibus 2021 e l’inattesa variante Delta

Inizialmente, fino a circa un mese fa, quello della variante Delta era poco più di un’eco lontana: sui nostri giornali campeggiavano i dati positivi delle vaccinazioni e l’aria generale era improntata al grande ottimismo. Poi, lentamente ma inesorabilmente, le cose hanno iniziato a cambiare. Fino ad arrivare alle richieste di spostare la finale di Euro 2020, prevista a Wimbledon, proprio a causa della diffusione di questa variante in Uk. E così il clima, seguendo i titoli dei giornali e le notizie provenienti dall’estero, ha cominciato a cambiare di nuovo. Oggi, nessuno è pronto a scommettere che l’autunno sarà relativamente tranquillo come invece si pensava fino a qualche settimana fa. Secondo il Centro europeo per il controllo delle malattie, a fine agosto la variante Delta sarà dominante in tutta Europa, causando il 90% dei contagi. Notizie che, ovviamente, si riflettono sul sentiment delle aziende e sulla propensione a calendarizzare la partecipazione a fiere ed eventi. In primis per quanto riguarda il Cibus di Parma, previsto dal 31 agosto al 3 settembre, che è la prima fiera alimentare B2B in calendario per l’autunno. Le prime avvisaglie, in realtà , arrivano dallo stesso amministratore delegato di Cibus, Antonio Cellie, che in una intervista concessa a Il sole 24 Ore ha anticipato un calo dei buyer del 35% e una netta riduzione degli spazi espositivi degli espositori. Su quest’ultimo punto, Cellie ha precisato che, a suo avviso, si tratta di un cambiamento fisiologico e prevedibile, destinato a divenire strutturale.

La variante Delta fa paura: buyer in calo del 35%. E arrivano anche le prime disdette

Nella stessa intervista, Cellie ha spiegato che se le delegazioni di buyer europei e americani sono confermate, maggiori difficoltà si registrano per quanto riguarda i compratori in arrivo dai paesi asiatici. La stima, fra operatori italiani ed esteri, è di 50mila presenze totali. Difficile però pensare che dall’Uk si muoveranno buyer ma difficile anche prevedere quale sarà lo stato dell’arte complessivo nel mondo e, di conseguenza, la volontà di mandare in fiera propri collaboratori. Un ragionamento che non vale solo per i compratori, però. La fiera di Parma starebbe infatti registrando disdette anche significative, in questi ultimi giorni, legate proprio ai timori della variante Delta e alla paura di mettere in campo risorse e persone in un contesto incerto. Insomma, la strada appare indubbiamente più in salita di quanto non poteva apparire fino a poche settimane fa. L’auspicio, ovviamente, è che l’allarme possa rientrare e che la fiera si tenga nel migliore dei modi possibili, con risultati importanti. Ne ha bisogno il settore, ne ha bisogno il Paese, ne hanno bisogno gli operatori e ne bisogno il clima generale che si respira nell’aria.