La scelta di Centinaio: i perché del ritorno al Mipaaf dell’ex ministro
La notizia giunge nella tarda serata di ieri, 24 febbraio. Saranno l’esponente di Forza Italia Francesco Battistoni e il leghista Gian Marco Centinaio ad affiancare il neoministro Patuanelli al Mipaaf in veste di nuovi sottosegretari. E se con le nomine di viceministri e sottosegretari, il Governo Draghi assume la sua fisionomia definitiva, quando si parla di agricoltura i nomi scelti non sono esattamente profili di secondo piano. Già, perché se il senatore forzista Battistoni è responsabile del dipartimento nazionale agricoltura del partito di Silvio Berlusconi, nonché vicepresidente della Commissione Agricoltura di Palazzo Madama, Centinaio vanta addirittura un passato al vertice del ministero delle Politiche Agricole dal giugno 2018 al settembre 2019. E su questo secondo caso le considerazioni da fare sono tante.
Due sottosegretari che conoscono la materia: una prima per l’Agricoltura
“Sono onorato di poter dare il mio contributo a questo Governo nel settore del quale mi sono sempre occupato: l’agricoltura. Sarà un percorso nel quale metterò tutto il mio impegno, la passione, la competenza e, soprattutto, l’esperienza che ho accumulato in questi anni di intenso lavoro sul territorio, sempre al fianco degli agricoltori italiani”.
Queste le prime parole di Battistoni condivise, quest’oggi sulla propria pagina Facebook, a commento della nomina.
Dal senatore Centinaio, invece, ancora nessuna dichiarazione. Ma in tanti si domandano come l’esponente pavese della Lega abbia preso l’incarico a sottosegretario? Un passaggio dalla poltrona più importante del Mipaaf a un ruolo di “gregario”, infatti, non è prassi usuale. Vedi, proprio a questo giro, il caso di Teresa Bellanova che è andata semplicemente a ricoprire la casella di sottosegretario, ma in un altro ambito, quello di infrastrutture e trasporti. Al contrario, Centinaio non ha tentennato davanti alla prospettiva di riprendere il lavoro interrotto alla caduta del Governo Conte I.
L’esempio dell’ex ministro Centinaio
Quella dell’esponente leghista, d’altronde, è una decisione che appare coerente con le sue dichiarazioni di queste ultime settimane. Ma soprattutto, in perfetta linea con il pensiero del partito guidato da Matteo Salvini, che nell’attuale frangente storico ha scelto di partecipare attivamente alle decisioni in merito alla ripresa, coinvolgendosi direttamente all’interno dell’Esecutivo, e non rimanere alla finestra in attesa di nuove elezioni.
Lo stesso Centinaio, qualche giorno fa, così dichiarava intervistato da SkyTg24:
“Siamo entrati come Lega in questo Governo per offrire una visione diversa in tema di risposta politica e amministrativa alla pandemia. Al precedente Esecutivo ciò che era contestato era spesso non solo il merito, ma anche il metodo. Da un lato, oggi serve essere più vicini ai cittadini nello sconfiggere la pandemia, dall’altro essere più vicini ai cittadini che fanno impresa aiutandoli a programmare”.
E proprio ieri sera, all’interno dello speciale di Stasera Italia su Rete 4, così ha parlato in merito alla prospettiva di un prolungamento delle chiusure fino al 6 aprile a seguito delle nuove decisioni che sarà chiamato a prendere il Governo Draghi dal prossimo 6 marzo.
“Siamo rimasti male (in merito al prolungarsi delle chiusure fino al 6 aprile, ndr) perché tutti ci aspettavamo una situazione diversa e la speranza era, con l’arrivo della primavera, di non essere più costretti in casa come lo scorso anno. Ci sono settori nel nostro Paese che è un anno che stanno aspettando di riprendere a lavorare. Non basta più dire: arriveranno i soldi. Quando si fanno gli annunci, dopo devono seguire fatti concreti. Ora è tempo di intervenire garantendo ristori veri, perché c’è chi aspetta ancora da marzo scorso. E come si può domandare ad aziende che non hanno incassato nulla nell’ultimo anno di pagare delle tasse? L’elenco dei settori coinvolti – dalla ristorazione agli eventi e il turismo – potrebbe essere infinito. E sarebbe davvero ingiusto pretendere da loro soldi in questo frangente”.
Due interventi, questi citati, che descrivono bene lo spirito di servizio con cui il senatore Centinaio ha scelto di accettare il ruolo di “gregario” al Mipaaf. Perché il tempo delle parole è finito. E oggi servono fatti. Quelli che tanti settori – dal turismo (dove Centinaio potrà trovare la sponda del compagno di partito a capo del ministero, Massimo Garavaglia) all’agricoltura, passando per ristorazione ed eventi – domandano a un esponente politico da sempre vicino a questi mondi.
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