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All’Agricoltura va Stefano Patuanelli, quello che ha chiuso le enoteche alle 18 per un marciapiede

Se il buongiorno si vede dal mattino, le prospettive sono quelle di una strada tutta in salita. Nella lista dei ministri del nascente governo Draghi, la casella dell’Agricoltura è occupata da Stefano Patuanelli. Un nome che evoca recenti, brutti ricordi, in particolare nel mondo vinicolo. Nel comparto, infatti, è ancora aperta la ferita lasciata dall’esponente M5S con le sue azioni da ministro dello Sviluppo Economico. E il riferimento è ovviamente alla grottesca decisione dell’ultimo Dpcm (ancora in vigore, nonostante gli appelli e la battaglia portata fino nelle aule di Camera e Senato), che vieta la vendita di qualsiasi bevanda alcolica e analcolica da parte di tutti i negozi specializzati con codici Ateco 47.25 (leggi: le enoteche) dalle ore 18 pur consentendola, invece, negli altri esercizi. Motivata in aula, dallo stesso Patuanelli, con una spiegazione che aggiunge beffa al danno.

“Gli assembramenti avvengono ovviamente più facilmente fuori da un’enoteca piuttosto che fuori da un supermercato, perché purtroppo cito un caso recentissimo di qualche giorno fa, nella mia città tra l’altro (Trieste, ndr): un esercente che è stato sanzionato perché al di fuori del suo locale, dopo l’orario di chiusura, quando poteva ancora fare asporto, si sono fermate molte persone e lui ha detto: “Ma io cosa posso farci? Non posso mandarli via dal marciapiede o dalla strada”. E quindi è evidente che la ratio di questo provvedimento, in accordo appunto con il Comitato tecnico scientifico, con la cabina di regia, è proprio quella di evitare tutti i possibili assembramenti, anche al di fuori di un’enoteca o di un locale commerciale che vende per asporto bevande alcoliche e non alcoliche”.

Stefano Patuanelli, resocanto stenografico del question time alla Camera, dove il deputato Dara chiedeva conto delle ragioni in base alle quali i supermercati possono continuare a vendere vino dopo le 18 e le enoteche no.

Così, ora, con una scelta da parte del nuovo premier Draghi che appare come il più classico dei “promoveatur ut amoveatur”, Stefano Patuanelli “trasloca” da via Veneto a via XX Settembre. Come sottolineammo già in occasione delle dimissioni di Teresa Bellanova, il ministero dell’Agricoltura si trova ancora una volta al centro dell’attualità politica, ma non certo per ragioni legate alle sue competenze.

La nuova avventura al Mipaaf: passato di un ministro “per niente agricolo”

Ma che esperienza porta, in tema Agricoltura, Stefano Patuanelli in via XX Settembre? Ecco, qui sta il punto. La risposta, scorrendo il suo curriculum, è: zero. Il triestino Patuanelli, infatti, nasce come ingegnere edile. Scende poi nell’agone politico nel 2011 con la carica di consigliere comunale della sua città natia, che ricopre fino al 2016. Nel 2018, infine, il grande salto: sbarca a Roma, eletto senatore. Stefano Patuanelli viene immediatamente nominato capogruppo M5S a Palazzo Madama, trasformandosi in breve tempo in uno dei principali promotori dell’avvicinamento tra i Cinque Stelle e il Partito Democratico. Inevitabile il successivo ingresso nel Governo Conte II: Patuanelli, il 5 settembre 2019, giura come nuovo ministro dello Sviluppo Economico in sostituzione del collega di partito Di Maio, passato agli Esteri. Il resto è storia recente. E preoccupa un po’.

Giancarlo Giorgetti al ministero dello Sviluppo Economico

Al Mise, altro ministero chiave per il settore alimentare, sbarca il leghista Giancarlo Giorgetti, salutato da un generale, cauto ottimismo. Sono dinamiche da manuale Cencelli quelle che lo portano sulla poltrona di uno dei ministeri chiave per la gestione del recovery found, ma senza dubbio per un leghista si tratta di avere a che fare con una buona fetta del proprio elettorato, cioè il mondo imprenditoriale, soprattutto del Nord Italia. E l’incarico è in continuità con il suo impegno istituzionale poiché Giorgetti si è sempre occupato di politica economica. Nato a Varese, 54 anni, è il numero due della Lega dal 2018. Laureato alla Bocconi in Economia aziendale, Giorgetti è entrato in Parlamento nel 1996. il suo primo incarico di governo lo ha avuto da Silvio Berlusconi nel 2001: sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti.

Al Mise, altro ministero chiave per il settore alimentare, sbarca il leghista Giancarlo Giorgetti, salutato da un generale, cauto ottimismo.

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