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Cina: male l’import dairy nel 2023. Ma i formaggi si salvano (+23%)

Nel 2023 le importazioni della Cina sono diminuite per il secondo anno consecutivo (-7% in equivalente latte rispetto al 2022), guidate da un drastico calo del Wmp secondo il report Trade Data Monitor. La crescita della produzione interna e le abbondanti scorte, assieme all’indebolimento del consumo domestico, hanno avuto un impatto negativo sulle importazioni durante tutto l’anno. Ciononostante, alcuni prodotti hanno mostrato un notevole aumento (formaggio, lattosio, caseina/ati), mentre altri hanno avuto sviluppi discontinui nel corso dell’anno (Smp e siero). Il 2023 è stato anche caratterizzato da un cambiamento nel comportamento di acquisto: i volumi importati di Wmp, infatti, sono crollati nel mese di gennaio, nonostante fosse ancora in vigore la salvaguardia nell’ambito dell’Accordo di Libero Scambio Nuova Zelanda/Cina (livello limite 2023 197.498 Tons, dazio all’importazione NPF 10%).

Cina: il 2023, prodotti per prodotto

L’import di Wmp, dopo un miglioramento nel secondo e nel terzo trimestre, è diminuito nuovamente nel quarto. I volumi importati si sono quasi dimezzati negli ultimi due anni, dopo aver raggiunto il picco nel 2021 (849.000 tons), scendendo a livelli mai visti dopo il 2016. L’Australia è l’unico fornitore che ha registrato guadagni nel 2023 (rispetto ai livelli scarsi del 2022), mentre la Nuova Zelanda e, in misura minore, l’Uruguay sono stati i più colpiti dalla debolezza della domanda.

Le importazioni di Smp nel 2023 sono leggermente riprese grazie ai robusti acquisti nei primi sette mesi dell’anno. La Nuova Zelanda ha fatto grandi passi avanti in questo segmento di mercato, essendo l’unico principale fornitore a registrare una crescita (vs. un debole 2022). I flussi provenienti dalla UE sono stati contenuti (-1%), mentre quelli dagli Stati Uniti e, in misura minore, dall’Australia sono diminuiti drasticamente.

L’import di siero è stato estremamente elevato nel primo semestre del 2023, dopo di che è diminuito nella seconda metà dell’anno, tuttavia il dato resta positivo se confrontato con il 2022 (+9%), ma negativo (-9%) se comparato con i livelli record del 2021. Gli Stati Uniti hanno spedito in Cina elevati volumi, l’UE si è ripresa dalla scarsa performance dell’anno precedente e la Bielorussia ha fatto grandi passi avanti (contro un debole 2022).

Il formaggio, insieme al lattosio e alla caseina/ati, è stato uno dei prodotti più dinamici nel 2023 con una crescita del 23% nell’intero anno. Le importazioni non solo si sono riprese rispetto al 2022, ma hanno leggermente superato i livelli record del 2021 (+1%). La Nuova Zelanda si è confermata il principale fornitore (+27%), soddisfacendo il 60% del fabbisogno cinese di formaggio; la UE ha recuperato le perdite del 2022, mentre l’Australia ha perso quote di mercato.

L’import di burro è rimaste al di sotto dei livelli record del 2022, con una minore domanda di prodotto neozelandese. Anche l’Australia è stata colpita dal calo degli acquisti, mentre l’UE è riuscita a registrare una discreta ripresa. Infine, il 2023 è stato un altro buon anno per le importazioni di lattosio, infatti i volumi stanno aumentando mensilmente da quattro anni. I migliori risultati li hanno registrati gli Stati Uniti, seguiti da UE, Australia e Nuova Zelanda.