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Salone del formaggio e dei prodotti caseari: le novità 2024 e le opportunità per gli italiani. Ne parliamo con Chantal de Lamotte

Assaggiare, scoprire, degustare, conoscere. E’ un autentico viaggio nelle forme del latte quello del Salone del formaggio e dei prodotti caseari, la manifestazione dedicata ai formaggi e ai prodotti lattiero caseari di qualità che si terrà a Parigi, dal 25 al 27 febbraio 2024. Tre giorni, 290 espositori, prodotti da 15 paesi e 8mila visitatori attesi per conoscerli, gustarli e selezionarli. Un evento internazionale, imperdibile per gli addetti ai lavori anche perché i prodotti lattiero-caseari trovano sempre più spazio nella dieta quotidiana dei consumatori mondiali, apprezzati non solo per il valore nutrizionale ma anche per la loro bontà e per la grande diversità di stagionature, forme, aromi e sapori.

Al Quartiere delle Esposizioni di Paris Expo Porte de Versailles i produttori potranno condividere la loro storia e presentare formaggi, yogurt, burro e tutta la loro produzione. In fiera latticini e formaggi esteri e francesi, di cui molti a latte crudo, anche Dop e Igp, prodotti da abbinare ai formaggi e, per finire, materiali e attrezzature.

Il Salone è irrinunciabile per gli operatori della ristorazione, i grossisti e il retail: a Parigi c’è la possibilità di assaggiare e scoprire molte novità e anche di conoscere da vicino il panorama distributivo francese, molto attento alla valorizzazione dei formaggi. Abbiamo incontrato Chantal de Lamotte (in foto), direttrice della manifestazione dal 2021, che ci spiega: “Per acquistare prodotti di valore come quelli che si trovano al Salone serve tempo. In fiera c’è il tempo necessario agli espositori per spiegare e far conoscere davvero i loro prodotti. Anche questo fa parte della nostra missione, cioè la difesa del formaggio di qualità e del mestiere di formaggiaio“.

Salone del formaggio: i numeri di questa edizione

A Parigi ci saranno 290 espositori, di cui il 30% al loro debutto, tra produttori di formaggi e di attrezzature, e sono attesi 8mila visitatori professionali – dettaglianti, ristoratori, importatori e grossisti – provenienti da 46 paesi del mondo. Fra i visitatori stranieri, circa il 18%, gli italiani sono al primo posto, seguiti da Belgio e Spagna. “In fiera gli italiani vengono ad acquistare formaggi e a cercare specialità”, spiega de Lamotte.

“Il visitatore del Salon du Fromage cerca, in questa manifestazione, prodotti, persone e storie speciali. Sa sa di avere la garanzia di trovare formaggi particolari e di grande varietà. Per questo il Salone è un modo unico di farsi conoscere. Importantissimo in un Paese, come la Francia, dove il mercato è molto attento a questi prodotti, soprattutto per ciò che riguarda i negozi dedicati alle specialità. C’è poi un altro punto di forza di questa manifestazione ed è la città in cui si volge, Parigi, un hub internazionale fra i più importanti, raggiungibile da ogni parte del mondo”.

I formaggi italiani

“La mozzarella, grazie alla pizza e alle insalate, è il primo formaggio consumato in Francia. Tra gli italiani seguono burrata e Parmigiano Reggiano che, con la nuova moda degli aperitivi, non è più il formaggio che ‘si mette sulla pasta’. Ecco i più amati in Francia. Sono anni che i formaggi italiani registrano grande successo nel nostro Paese ma i consumatori fanno ancora fatica a distinguere la qualità. Manifestazioni come il Salon du Fromage sono quindi una grande opportunità per aumentare la conoscenza e, di conseguenza, sviluppare il proprio mercato. Tutti i formaggi italiani hanno un margine di crescita e di manovra sul mercato francese. C’è una ricchezza quasi sconosciuta nel patrimonio italiano. Sicuramente, nel settore trade c’è grande interesse per i formaggi, in particolare quelli italiani, e una forte spinta al rinnovamento, anche per quanto riguarda la composizione dell’offerta. Se i formaggi Dop sono ben conosciuti e posizionati, c’è molta ricerca di prodotti meno conosciuti fra le specialità casearie italiane di qualità”.

Il consiglio per gli espositori

“Il mio consiglio per gli espositori è quello di non limitarsi alle attività allo stand ma di cogliere tutte le opportunità offerte dal Salone del formaggio e dei prodotti caseari per farsi conoscere, come i concorsi e le tante iniziative che fanno della manifestazione il palcoscenico più importante per i formaggi italiani. Puntate sulla vostra storia e siate voi a raccontarla ai vostri interlocutori: se non la spiegate al distributore come può arrivare al consumatore?”

Il formaggio è cultura

Anche l’aspetto culturale è protagonista del Salone dei Formaggi e dei prodotti lattiero caseari. “Ci saranno molte conferenze e approfondimenti in chiave export e un intero padiglione sarà dedicato alla valorizzazione della grande biodiversità nel mondo dei formaggi. Anche in questa edizione sarà premiato il miglior plateaux di formaggi realizzato dagli artigiani del normal trade con il famoso Concours de la Lyre d’Or. Tanti anche gli eventi previsti: il diploma di formaggiaio, diversi convegni di approfondimento dedicati ai prodotti ma anche degustazioni insolite con tequila o la proposta di abbinamenti con ingredienti sorprendenti per l’ora dell’aperitivo. L’incrocio delle culture è molto importante per i prodotti affinati”.

Salone del formaggio: moltiplicare consumi e conoscenza

Per far amare un prodotto bisogna anche dargli il giusto tempo e il giusto spazio. “Oggi, quando si parla di formaggi, il focus si è sempre più spostato verso l’aperitivo, momento di consumo decisivo in Francia ma non solo. C’è grande interesse poi anche per gli aspetti culturali legati ai prodotti, per la conoscenza della storia e delle tradizioni. Ma anche per informazioni sugli abbinamenti, sulle diverse abitudini di consumo e sulla qualità dei formaggi. In Francia il ristorante resta fondamentale, perché da questo canale passano moltissime delle vendite e dei consumi di formaggio. Qui l’uso del formaggio non è solo in cucina ma anche come alimento in sé, a differenza di ciò che accade spesso in Italia. D’altronde, il formaggio offre proprio questo: la praticità del consumo senza altre preparazioni o grandi ricette”.