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FrieslandCampina taglia 1.800 posti di lavoro per “competere sul mercato”

La cooperativa lattiero casearia FrieslandCampina annuncia il taglio di oltre 1.800 posti di lavoro in tutto il mondo nei prossimi due anni, di cui circa 1.200 nel 2024, come parte di un’importante strategia di revisione dei costi.

“È un giorno difficile per FrieslandCampina”, ha affermato il ceo Jan Derck van Karnebeek. “Stiamo annunciando passi difficili ma necessari per ridurre i nostri costi in modo permanente. Ci rendiamo conto che la perdita di posti di lavoro avrà un impatto notevole sulle persone coinvolte e siamo pronti ad assisterle in questo passaggio”.

L’azienda, che ha sede ad Amersfoort, aveva dichiarato già in ottobre che avrebbe intrapreso una riorganizzazione aziendale, ma all’epoca non era chiaro quanti posti di lavoro fossero a rischio. L’auspicio è che i cambiamenti si traducano in un risparmio annuo compreso tra 400 e 500 milioni di euro entro il 2026. “Questi risparmi sui costi dovrebbero contribuire alla capacità di FrieslandCampina di competere e vincere sul mercato a beneficio dei nostri dipendenti e dei produttori di latte associati”, ha spiegato Van Karnebeek. La cooperativa conta complessivamente circa 22mila dipendenti, la maggior parte dei quali in Europa, ed è di proprietà di circa 15mila produttori di latte nei Paesi Bassi, Belgio e Germania. I risparmi sui costi fanno parte di Expedition 2030, la strategia mirata a rafforzare la posizione di FrieslandCampina come attore leader, innovativo e sostenibile nel settore lattiero caseario. Una parte dei risparmi annuali sarà necessaria per compensare l’inflazione. L’espansione del margine rimanente sarà equamente divisa tra investimenti nella crescita sostenibile e aumento dell’utile netto dell’azienda. Per realizzare i risparmi, nel 2023 verranno contabilizzati costi una tantum fino a 170 milioni di euro. L’azienda ha inoltre affermato che, a causa dei risultati finanziari deludenti nel 2023 e di 170 milioni di euro di costi una tantum per la riorganizzazione, per quest’anno non verrà effettuato alcun pagamento supplementare ai produttori di latte membri.

Nel 2020, il gigante lattiero-caseario ha tagliato già 1.000 posti di lavoro, accusando l’impatto diretto e indiretto del coronavirus e la pressione sui margini di profitto nei Paesi Bassi, in Belgio e in Germania.