Colpo di scena, Prandini: “L’italian sounding può diventare una grande opportunità”
Dimenticatevi le battaglie al grido di “sconfiggere l’italian sounding”, i proclami secondo cui il falso made in Italy vale 120 miliardi o certe dichiarazioni per cui l’italian sounding è un danno per il nostro Paese. Negli stessi giorni in cui si è reso protagonista della rissa sfiorata davanti alla camera, Ettore Prandini (foto), presidente di Coldiretti, ha fatto una incredibile giravolta, dichiarando che “l’italian sounding è un’opportunità”. L’occasione per questa incredibile dichiarazione, dopo anni di banchetti e manifestazioni contro i ‘tarocchi’ del made in Italy, è il XXI Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Coldiretti, in scena fino a stasera a Roma. Nel suo intervento Prandini ha analizzato la situazione di mercato globale e le potenzialità del nostro export. “Oggi rappresentiamo un dato straordinario: tutti i settori flettono in termini di valore, mentre l’agricoltura e l’agroalimentare superano la soglia dei 600 miliardi di euro di fatturato complessivo, con 4 milioni di occupati e +8% per quanto riguarda il valore delle esportazioni. Al primo posto la Francia (+14%), seguita da Germania (+11%), Regno Unito (+11%). Gli Usa calano del 3%”.
Continua Prandini: “Noi riteniamo che siamo solo all’inizio di questo percorso e che l’Italian Sounding, che per anni abbiamo osservato con un occhio di criticità, possa diventare una grande opportunità: c’è fame di Italia, sta a noi essere presenti in questi mercati, investendo in innovazione e formazione”. Una dichiarazione del tutto condivisibile e una posizione che chi scrive, così come molti industriali del settore caseario e non, hanno sempre sostenuto. Quello del ‘sounding’, d’altronde, è un fenomeno che ci riguarda tutti. I supermercati italiani sono pieni di prodotti che strizzano l’occhio a qualche nazionalità, dallo yogurt ‘greco’, che spesso greco non è, al sushi, e nessuno ha mai gridato allo scandalo, per questo. Anzi, il sounding è la misura del successo del made in ed è per questa ragione che l’italian sounding, che si tratti di prodotti o di ristoranti, è così diffuso nel mondo. A preoccuparci dovrà essere, se mai succederà, la fine di questo fenomeno che significherebbe una cosa sola: l’Italia e i suoi prodotti non interessano più nessuno.
La domanda però resta aperta: chi o cosa hanno fatto cambiare idea a Prandini? E come la prenderanno i tanti che, nell’agroalimentare, sostengono Coldiretti proprio per questa battaglia? E come si sposa una posizione così aperta con il ddl sul prodotto che non c’è, la carne coltivata, e tutte le polemiche che ne sono seguite? Prandini oggi ha smentito di volersi candidare alle europee confermando la volontà di restare alla guida di Coldiretti, se rieletto. Ma certo, in Europa, c’è il nodo della sostituzione di Paolo De Castro e di una rappresentanza italiana. E tante poltrone da occupare. Non resta che aspettare…