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Cibo sintetico, la retromarcia del governo italiano. Ma Lollobrigida smentisce: “Si va avanti. Nessun passo indietro sui divieti”

A marzo l’annuncio: il governo italiano, primo al mondo, sceglie di vietare la produzione e la commercializzazione di mangimi e cibo sintetico con un apposito disegno di legge. Un provvedimento con cui l’Italia dichiarava guerra al cibo sintetico: “È infatti vietato agli operatori del settore agroalimentare e a quelli del settore dei mangimi impiegare nella preparazione degli alimenti, bevande e mangimi, vendere, detenere per vendere, importare, produrre per esportare, somministrare oppure distribuire per il consumo alimentare alimenti o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati“. Sbandierato con grande enfasi dall’esecutivo e da molte organizzazione del mondo agricolo, oggi il provvedimento ha subito una battuta d’arresto poiché il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida sta preparando il ritiro della notifica a Bruxelles del disegno di legge in cui si vieta la produzione e l’importazione del cibo sintetico. Lollobrigida, infatti, ha inviato una lettera al ministero delle Imprese e del Made in Italy in cui chiede il ritiro “alla luce della discussione parlamentare in corso e delle modifiche che il testo potrebbe subire”.

Sarebbe una buona notizia, anche per quanti osteggiano i prodotti sintetici, poiché nel momento in cui l’Unione europea autorizzerà i prodotti a base di carne coltivata, come hanno già fatto Singapore, Israele e Stati Uniti, il divieto italiano non potrà impedirne l’importazione e la vendita nel nostro Paese. Anche buona parte del mondo scientifico si era scagliato contro il provvedimento che limita anche le possibilità di fare ricerca. E la retromarcia, secondo alcuni commentatori, era scontata, come spiega Caterina Avanza, responsabile agricoltura di Azione: “Che l’Unione europea avrebbe bocciato la legge italiana contro la cosiddetta carne sintetica per incompatibilità con le norme Ue, lo avrebbe intuito anche uno studente al primo anno di giurisprudenza. Il governo Meloni fa grandi comunicati e conferenze stampa su leggi fantomatiche per non occuparsi dei problemi reali delle aziende agricole italiane, messe sempre più a dura prova dall’inflazione e caro mutui”.

Cibo sintetico, la smentita del ministro

In realtà, però, il ministro Lollobrigida ha smentito seccamente il ritiro: “È falso che ritirerei il ddl sulla carne sintetica”, scrive il ministro sui social. E poi, a margine di un convegno Ismea, ha spiegato: “Si continua esattamente e linearmente con quanto abbiamo normato, la notifica al Parlamento Ue la posticipiamo come già avvenuto in passato per altri provvedimenti analoghi. Riteniamo che avvenga molto celermente cioè entro il mese di novembre. Riteniamo che questa legge sia importante e che l’Italia possa essere la prima nazione libera da questo rischio, sperando che poi l’Europa ci segua; nessun passo indietro rispetto al divieto di importazione, commercializzazione e produzione di cose che con il cibo di qualità non c’entrano niente e che a nostro avviso non hanno nemmeno i criteri di garanzia per la salute pubblica. Questo è il la ragione per la quale abbiamo normato con forza, su sollecitazione di migliaia di Consigli comunali di tutte le regioni italiane che ci hanno invitato a farlo, una legge fortemente voluta dalla nostra base istituzionale e dal nostro popolo in grandissima parte approvata in Parlamento con il voto a favore del tutto di tutto il centrodestra, andato ben oltre la maggioranza in termini numerici ma che ha visto l’astensione del principale partito dell’opposizione. Ricordo anche che tra i sottoscrittori della petizione per arrivare a questo c’erano esponenti di rilievo anche di partiti che poi in Parlamento hanno assunto posizioni diverse”.