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Terrepadane (3), il Tar conferma: niente commissario. Sentenza definitiva a novembre

Il Tar di Parma, nell’udienza del 30 agosto, ha confermato la sospensione del provvedimento di nomina del commissario ad acta del Consorzio Agrario di Terrepadane, decisa ad inizio agosto. L’udienza per la sentenza definitiva è fissata il 22 novembre 2023. Era stata Terrepadane, dopo la decisione del ministero del Ministero delle Imprese e del Made in Italy , ad impugnare davanti al Tar il decreto di nomina del commissario ad acta Francesco Cappello, 52 anni, commercialista e revisore dei conti di Alba e presidente di Filiera futura, di cui Coldiretti è socia. Il mandato di Cappello doveva durare 75 giorni con l’obiettivo di fare chiarezza sulle elezioni del 2021, quelle da cui è iniziata tutta la diatriba. Il Tar di Parma, il 7 agosto, aveva sospeso il decreto di nomina, decisione poi confermata ieri.

Terrepadane: le tappe della storia arrivata al Tar di Parma

Tutto comincia nel 2020 quando il Cai si presenta a Piacenza, sede del Consorzio, con la proposta di entrare nella società creata da BF (holding quotata in Borsa che controlla Bonifiche Ferraresi) e da Coldiretti, bocciata però dal Consiglio d’amministrazione di Terrepadane. Ad aprile 2020, il Cda che rappresenta i soci dei consorzi di Milano, Lodi, Pavia e Piacenza, dove gli agricoltori emiliani hanno un peso prevalente, vota contro il progetto di fusione in Cai. Sembrerebbe una partita chiusa, ma coì non è. A maggio 2021, con il rinnovo dei vertici di Terrepadane fino al 2024, va in scena lo scontro: dopo una campagna elettorale senza esclusione di colpi, la lista degli amministratori uscenti contraria alla fusione, guidata dal presidente Marco Crotti e appoggiata da Confagricoltura, stravince su quella di Coldiretti, favorevole all’ingresso in Cai. Infuriano le polemiche per l’esclusione del voto per procura di 700 nuovi soci Terrepadane, fatti iscrivere da Coldiretti nelle settimane precedenti, che portano all’ispezione dei funzionari del ministero dello Sviluppo economico, che dopo ‘istruttoria certificano la correttezza delle procedure elettorali. Ancora una volta sembra chiudersi la vicenda dell’ingresso di Terrepadane in Cai. Ma invece un centinaio di soci in contrasto con la scelta del presidente contesta la legittimità della sua elezione, dando il via ad una lunghissima battaglia legale e anche all’iter avviato che potrebbe portare al commissariamento. “Negli ultimi due anni Terrepadane è stata messa sotto attacco da parte di chi vorrebbe che la società e il suo rilevante patrimonio venissero assorbiti da un altro consorzio con sede a Roma, e per fare ciò ha contestato la nomina degli amministratori del Consorzio e ha chiesto il commissariamento della società — si legge ancora nella lettera dei soci —. Alcuni dirigenti e funzionari del ministero delle Imprese e del Made in Italy, con una procedura che dura ormai da oltre un anno, stanno portando avanti la proposta di commissariamento, sulla base di motivazioni già smentite da una sentenza e dopo che un’ispezione dello stesso Ministero non aveva ravvisato alcuna irregolarità”.