Dopo un inizio d’anno più lento, maggio si è chiuso con ottime performance per le esportazioni lattiero casearie della Nuova Zelanda, se confrontate con lo stesso mese del 2022, che però era stato debole, con una crescita a due cifre registrata per le principali categorie di prodotti. In Nuova Zelanda, infatti, la raccolta latte è in crescita e sta consentendo di recuperare ciò che era stato perso a causa del clima. Nel solo mese di aprile l’incremento è stato del +6,7% e per l’anno, nel suo complesso, si prevede una crescita totale del +1,7%, in media con i risultati degli ultimi dieci anni. Secondo il report Trade Data Monitor, la Cina e, in misura minore, l’Algeria hanno contribuito maggiormente all’aumento. L’Algeria, che prima si approvvigionava dall’Argentina, ora infatti acquista dalla Ue e dalla Nuova Zelanda. n

L’export neozelandese di Wmp è cresciuto per il secondo mese consecutivo, con più prodotti destinati a Cina, Algeria e Sri Lanka. L’aumento della domanda algerina (+165% genn-mag’23/genn-mag’22) ha più che compensato la domanda più debole proveniente dal sud-est asiatico e dal Bangladesh. È interessante notare che quest’anno le spedizioni verso la Cina stanno superando per la prima volta i livelli del 2022 (+1%).

I flussi di Smp continuano ad essere forti, spinti dai maggiori volumi spediti in Cina, Sud-est asiatico e Paesi Mena. E’ ripresa la domanda algerina dall’ottobre 2022 (da 0 t a 11.086 t nei primi cinque mesi dell’anno).

L’export di formaggio sta registrando aumenti mensili da novembre, grazie soprattutto a Cina, Australia, Corea del Sud e Giappone. La domanda cinese è particolarmente forte, con volumi superiori a quelli già elevati del 2021.

Anche le esportazioni di burro sono robuste, trainate dalla domanda cinese che ha superato i livelli del 2021 e del 2022. La crescita osservata nei primi cinque mesi dell’anno, tuttavia, non è dovuta alla Cina ma ad Australia, Corea del Sud, Stati Uniti e Giappone.