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Come sta andando il mercato dairy ? Parte 1: l’Unione europea

L’analisi della situazione attuale e del prossimo futuro nel mercato dairy, prendendo le mosse dai numeri e dalle tendenze. Christophe Lafougere, ceo di Gìra Food, di recente ha fatto il punto della delicata fase attuale nel corso di una assemblea organizzata da Assocaseari, a Peschiera del Garda, analizzando tutti i principali player. Punto di partenza, ovviamente, l’Unione europea, dove la produzione di latte, per l’intero anno, è stimata a crescita zero.

Mercato dairy: la raccolta latte in Ue

In Unione Europa la raccolta latte, nel primo trimestre 2023, ha fatto registrare un lieve incremento dello 0,5% sul 2022, come accaduto negli ultimi tre anni, principalmente per gli aumenti di Germania (+2,9%), Olanda (+4%) e Polonia (+1,4%). Netto calo per l’Italia, con -5,5% di colletta latte, e per la Francia (-2%). Nello stesso periodo si è registrata una significativa diminuzione per il prezzo del latte che, ad aprile, viaggiava mediamente addirittura sotto ai 50 centesimi (48,83), con punte di 45 per alcuni paesi come Olanda e Francia. Per l’Italia prezzo record di 55, nettamente il più alto di tutti i paesi Ue. Ma la situazione complessiva sembra divisa in due, con Italia e Francia che fanno registrare le quotazioni più alte mentre i paesi del Nord Europa scendono oggi anche sotto i 40 centesimi al litro. E sono sempre Francia e Italia i paesi nei quali, a causa dell’inflazione, i consumi sono in calo mentre negli altri mercati dell’Unione si registra una diminuzione dei prezzi e, di conseguenza, i consumi tengono.

Produzione ed export tornano a crescere

Buone notizie per i formaggi, con una produzione in netto aumento (+26%) nei primi tre mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo 2022. Per quanto riguarda l’export dei formaggi, invece, per la Ue il periodo si chiude con un -2%. Bene la Smp (produzione +14%, export +52%) e anche il burro (+12% produzione e +5% export). Per la crema, infine, produzione a +19% ma export a -6%.

Mercato dairy: un buon momento per la mozzarella

Attualmente, nel settore dei formaggi, si vendono prodotti con stagionature di 1/2 mesi e nei magazzini ci sono ancora stock. La domanda sembra reggere, soprattutto nel settore dei servizi di ristorazione, ma potrebbe rallentare se l’inflazione continua ad essere elevata, riprendendo nel settore della vendita al dettaglio, e a causa della carenza mondiale di mano d’opera. L’esempio più significativo è quello della pizza: i consumi sono in aumento in tutto il mondo, ma mancano i pizzaioli che la preparino. L’export infine ha ripreso a crescere e il momento sembra particolarmente favorevole per la mozzarella, sia sul fronte produttivo sia dal punto di vista dei consumi.

Le previsioni per il prossimo semestre: prezzi stabili e latte in calo

In linea generale, in Europa, ci si attende una situazione più stabile poiché i prezzi sembrano aver raggiunto il loro minimo. Nel settore energia (petrolio/elettricità/gas) si tornerà alla situazione di due anni fa, con la stabilizzazione dei prezzi o un nuovo, lieve calo. Il prezzo del latte continuerà a scendere fino a giugno e non è prevista nessuna ripresa nel terzo trimestre mentre potrebbe esserci una piccola crescita nell’ultimo. La produzione, invece, sarà ancora in aumento nel secondo trimestre ma a un livello inferiore, diminuirà nel terzo per accelerare, infine, nel quarto. Dovrebbe essere in calo il costo di produzione per il latte ma potrebbe essere necessario rinegoziare i contratti luce/gas.

Quanto ai prodotti, per il burro la situazione sembra promettente: il prezzo è previsto leggermente in rialzo anche se le scorte in Europa sono ancora alte. La produzione di formaggio continuerà a salire; la domanda tiene, nell’UE, e i prezzi sono leggermente in aumento. L’inflazione, dal punto di vista del consumatore, dovrebbe essere stabile o in lieve diminuzione.

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