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Ismea e costo di produzione del latte alla stalla: i conti non tornano

Quello della valutazione del costo del latte alla stalla è, da sempre, un tema molto caldo. Tanto più dopo che è stato stabilito il divieto della pratica del sottocosto, che si applica anche alle cessioni agricole. Secondo Ismea, ente cui è stata affidata la determinazione del costo del latte alla stalla, produrlo nel Lazio costa 65 centesimi di euro al litro, contro i 53 centesimi che, sempre Ismea, rileva per la principale regione lattiera italiana: la Lombardia. Il dato, relativo a marzo 2023, è emerso durante la serrata e tesa trattativa tra Fattoria Latte Sano e i suoi conferenti, che si è chiusa a 57 centesimi per il trimestre aprile-maggio-giugno. E ha lasciato molto perplessi gli operatori: per chi opera su campo ogni giorno queste cifre non troverebbero riscontro nei fatti. Ma cosa spiega una differenza di oltre il 20% fra le due regioni, nelle cifre Ismea?

Il monitoraggio del costo di produzione del latte nel Lazio e in Lombardia

Entrando nel dettaglio delle cifre diffuse da Ismea, il primo dato che balza agli occhi è la differenza nella dimensione delle aziende e nella destinazione del latte. Nel Lazio, le aziende sono comprese tra i 50-100 capi e i 100-250 capi ed hanno una manodopera familiare. Stessa cosa per la Lombardia dove però la dimensione delle aziende è di minimo 100 capi. Quanto al costo di produzione, nel Lazio le aziende più piccole spenderebbero, secondo Ismea, 65,37 centesimi mentre quelle più grandi 65,72. In Lombardia, invece, quelle che destinano latte ai Dop hanno un costo di produzione di 53,75 centesimi mentre per le altre il costo è di 51,03. Diverse, infatti, sono anche le destinazioni: nel Lazio si usa per latte alimentare e formaggi generici mentre in Lombardia una fetta significativa è assorbita dal più remunerativo e costoso circuito.

Ismea, le voci di costo: la manodopera familiare costa più nel Lazio che in Lombardia

Confrontando i numeri di novembre 2022 (gli ultimi disponibili anche per la Lombardia, ndr), balza subito agli occhi la differenza nel costo della razione alimentare: la Lombardia arriva a 28,27 euro per cento litri mentre nel Lazio, addirittura, il costo è di 39,98. Energetici e acqua, in Lombardia, costano 3,23 euro per cento litri di latte, veterinari e medicinali incidono per 1,96, la manodopera familiare 3,08 mentre la salariata 1,66. Al contrario, nel Lazio, energetici e acqua salgono a 5,99 per cento litri, veterinari scendono a 1,52 ma la manodopera familiare costa ben 5,02 e quella salariata 2,82. Cifre che non trovano riscontro nei dati generali sulla manodopera nelle due regioni, visto che la media nazionale degli stipendi nel 2022 si attesta sui 29.840 euro e in Lombardia è stata di 32.191, la più alta in Italia. E nemmeno nella pratica quotidiana del settore agricolo, che vede la Lombardia in testa sul fronte dei costi. Ammortamenti e interessi, e qui sicuramente incidono i maggiori investimenti in Lombardia, sono infine a 9,95 contro i 7,13 del Lazio.

Stupisce, visto il momento, che la rilevazione per la Lombardia sia ferma a novembre 2022. Oggi più che mai è vitale conoscere ogni numero in ordine al latte perché il quadro, fra costo della materia prima e contrazione dei consumi, è sempre più drammatico. E c’è bisogno di ritoccare al più presto il prezzo lombardo.

I numeri, forse anche a seguito delle tante perplessità, sono in corso di validazione da parte di Ismea. E l’augurio è che si tratti di un errore nei calcoli. Perché, diversamente, l’analisi di Ismea porterebbe ad una sola conclusione: produrre latte nel Lazio, almeno alle condizioni attuali, non è economicamente sostenibile. Ma anche se il dato venisse corretto, il danno, come si suol dire, è fatto: la cifra ha già influenzato il mercato e perché i numeri di Ismea hanno valore ufficiale e possono essere utilizzati anche per determinare eventuali pratiche sleali. E sembra ancora più difficile pensare che con un costo del genere si possa produrre latte per una Dop, come il ventilato cacio romano che sta spingendo Coldiretti. Se già con destinazioni a più bassa valorizzazione il latte laziale è così costoso, a quanto arriverebbe quello per una eventuale Dop?

2 thoughts on “Ismea e costo di produzione del latte alla stalla: i conti non tornano

  1. Credo che la differenza è legata, oltre a costi minori di produzione di foraggi sia per tecnica che per resa per ettaro, anche forse ad una produzione latte per capo media regionale più alta.

  2. penso che le aziende lombarde siano più meccanizzate e ciò spiegherebbe perchè la manodopera familiare laziale sia più costosa di quella lombarda

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