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Formaggio svizzero: export in calo nel 2022. Pesano inflazione, aumento dei costi e cambio

Nel 2022, circa il 40% del formaggio svizzero è stato venduto all’estero. Ma i dati relativi allo scorso anno mostrano una diminuzione delle esportazioni di tutte le categorie di formaggi con l’unica eccezione della crema di formaggio e del quark, aumentati costantemente negli ultimi anni perché ben si sposano con l’utilizzo in cucina, anche se la Svizzera è tradizionalmente più conosciuta per i suoi formaggi semiduri e duri. “Sul mercato europeo, le tre principali varietà – Gruyère, Emmentaler e Appenzeller – svolgono una vera e propria ‘funzione motore’, con Le Gruyère, in particolare, che negli ultimi anni si è rafforzata in tutti i mercati”, spiega Martin Spahr, responsabile marketing di Switzerland Cheese Marketing.

Paese che vai, formaggio svizzero che trovi: l’Appenzeller è in cima alla classifica delle esportazioni in Germania, mentre l’Emmentaler è il leader indiscusso in Italia e Le Gruyère è davanti agli altri in Francia e negli Stati Uniti. Nel complesso, in tutto il mondo Le Gruyère Aop è in testa alla classifica delle esportazioni con 13.293 ton, seguito da Emmentaler con 10.298 ton.

In cifre, nel 2022 l’industria casearia svizzera ha visto esportare circa 4mila tonnellate di formaggio in meno anche se il valore delle esportazioni è stato pari a quello del 2020 e leggermente superiore al 2019.

Tuttavia, spiegano da Switzerland Cheese Marketing, la domanda all’estero è diminuita ed è improbabile che cambi a breve termine a causa della difficile situazione del mercato. Tra le altre cose, il costoso franco svizzero, l’aumento dei costi di produzione e gli alti prezzi delle materie prime rendono il formaggio svizzero molto caro, fatto che rallenta ulteriormente le vendite all’estero.