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Elezioni 2022: cosa chiedono gli allevatori al prossimo ministro delle Politiche agricole

Il think thank Idea Latte, fondato da Massimo Bonatti e attivo anche su Facebook, dove rappresenta un punto d’incontro per gli attori della filiera, dagli allevatori ai trasformatori, ha elaborato 13 punti programmatici in vista delle prossime elezioni politiche, previste per il 25 settembre 2022. Un documento, diretto al futuro ministro delle Politiche agricole (ci si augura meno evanescente dell’uscente Patuanelli), che tocca diversi punti cardine per il settore agricolo e agrozootecnico sui quali sviluppare un programma futuro di lavoro. L’elaborato del gruppo di allevatori prende la mosse da una premessa: alla base di tutto deve esserci la sostenibilità, declinata nelle sue tre accezioni, cioè economica, ambientale e sociale. Ma non solo. Idea Latte mette anche in evidenza come pandemia e guerra, oltre al cambiamento climatico, stiano facendo riscoprire il ruolo strategico e fondamentale dell’agricoltura, oltre al fatto che agricoltura e turismo rappresentino un driver fondamentale dell’economia italiana. Ecco i 13 punti essenziali elaborati dal gruppo di lavoro Idea Latte che riguardano tutti gli argomenti più caldi: dai giovani in agricoltura all’energia verde, dalla ricerca al rilancio della zootecnia di montagna, dagli interventi di sburocratizzazione e razionalizzazione delle normative alla diversificazione del reddito.

1. Formare i giovani: ricambio generazionale, prestiti, borse di studio e alternanza scuola lavoro

Formare i giovani e favorire un ricambio generazionale, perché le nuove generazioni sono più propense ad accettare e sperimentare le nuove tecniche. Oltre agli incentivi già previsti dal piano di sviluppo rurale per l’insediamento dei giovani agricoltori, vanno implementate politiche per stimolare l’alternanza scuola lavoro presso le aziende agricole e gli impianti agroalimentari, visite guidate presso le aziende agricole, insegnamento post orario scolastico dei principi per la sana alimentazione, borse di studio per lo sviluppo di lavori curriculari di interesse agricolo e rurale, prestiti a favore dell’avvio di nuove aziende agricole da parte di giovani agricoltori, specifici incentivi all’acquisto delle aziende agricole da parte di Ismea, azzeramento dei costi a carico dei giovani agricoltori per l’ottenimento dei necessari patentini ed autorizzazioni.

2. Ricerca e innovazione, con programmi specifici per l’agricoltura e gli allevatori

Ricerca e innovazione a 360 gradi da applicare in agricoltura partendo da genetica, tecniche di lavorazione, uso dell’acqua etc. A questo scopo sarebbe veramente indispensabile che una quota specifica dei fondi a disposizione a livello nazionale venisse dedicata a programmi di ricerca di ambito agricolo e forestale, promossi dalle diverse Regioni in modo da essere massimamente tagliati sulle realtà locali. Molto opportuna anche la creazione di un congruo numero di borse di studio, e di premi di laurea a favore dei migliori laureandi e laureati nelle facoltà agricole, nonché a favore dei diplomati degli istituti secondari agrari.

3. Non deprimere le produzioni

La politica agricola non deve deprimere le produzioni ma promuovere e incentivare i comportamenti virtuosi degli agricoltori, fornire investimenti per premiare l’aumento, l’efficienza e la competitività delle aziende garantendo la sostenibilità ambientale delle medesime produzioni

4. Lotta al caporalato con norme più semplici e flessibili

Lotta al caporalato e riorganizzazione lavoro in agricoltura con norme più semplici e flessibili, in modo da sconfiggere la piaga del lavoro nero in agricoltura, ma rendendo semplici e rapide le norme burocratiche per l’assunzione degli operai stagionali.

5. Sburocratizzare e delegificare

Sburocratizzazione di normative e regolamenti, che molto spesso a scala nazionale inaspriscono ulteriormente le norme comunitarie. In particolare, va attuata una politica di delegificazione, a livello nazionale e regionale, eliminando le norme troppo datate e quelle sovrapposte, in particolare realizzando dei veri e propri testi unici, che eliminino tutti i testi normativi precedenti.

6. Rilanciare l’agricoltura e la zootecnia di montagna

Difesa e rilancio delle zone economicamente svantaggiate, colline e montagne, che rischiano un forte degrado ambientale con spopolamento irreversibile per mancanza di lavoro e di livelli adeguati di servizi a favore dei giovani, degli anziani e delle famiglie. Da attuare con rilancio della filiera legno, di una zootecnia per produzioni di eccellenza e con produzioni agricole dì qualità, vedi ortofrutta. In particolare va ripensata, e rilanciata, la fase della programmazione e pianificazione degli interventi di sviluppo, troppo spesso non confrontata realmente con i territori, gli allevatori e le aziende agricole. In queste aree, molto importante in particolare il rilancio dell’agriturismo, dell’accoglienza presso le aziende agricole e pascolive, la vendita diretta dei prodotti agricoli, i servizi a favore del ciclo produttivo, dell’ippoturismo e dell’enoturismo.

7. Promuovere il made in Italy con accordi commerciali equi e non penalizzanti

Promozione del Made in italy grazie ad accordi commerciali equi e non penalizzanti, redatti secondo il principio di reciprocità e non accettando, se non per questioni di solidarietà internazionale, merci provenienti da paesi dove non valgono le nostre regole. Lotta all’Italian sounding, anche perché coinvolge in genere Paesi sviluppati e rappresenta un fattore di competività negativa molto penalizzante.

8. Incentivare la cooperazione e favorire la nascita di organismi interprofessionali

Incentivare la cooperazione perché gli agricoltori e gli allevatori non siano solo produttori ma anche trasformatori e possano commercializzare i propri prodotti. Creazione di organismi interprofessionali per razionalizzare le filiere che devono diventare sempre più corte eque e trasparenti, e rilancio delle politiche nazionali e regionali a favore dell’aggregazione di prodotto e dei produttori, nonché alla creazione oltre che di cooperative anche di consorzi, distretti ed altre forme aggregative.

9. Realizzare una vera economia circolare con la produzione di energia green

Incentivare la produzione di energia verde tramite impianti fotovoltaici sugli immobili agricoli, vietando quelli che impegnano terreni a cultura, biogas e biometano per realizzare una vera economia circolare, favorendo innanzi tutto l’autoproduzione e l’autonomia energetica aziendale ed interaziendale.

10. Diversificazione del reddito e accordi diretti con la grande distribuzione

Diversificazione reddito con implementazione di agriturismi, accoglienza rurale e vendite dirette, sia in azienda che presso i mercati agricoli, e gli accordi diretti tra allevatori, agricoltori singoli ed associati e la grande distribuzione.

11. Favorire l’autoapprovvigionamento agricolo

Incremento dell’autoapprovvigionamento agricolo e forestale nazionale, in termini ambientalmente sostenibili.

12. Studi d’impatto sulle normative agricole

Applicazione di nuove normative solo dopo un serio studio, di concerto alle organizzazioni professionali, degli impatti positivi e negativi delle nuove normative sulla produzione e sulla redditività aziendale. Serio programma monitorato di radicale semplificazione in ambito agricolo, veterinario e della sanità pubblica.

13. Ricambio generazionale

Rilancio dell’occupazione giovanile in agricoltura, sia per i dipendenti che per gli imprenditori, favorendo in particolare la successione nella titolarietà aziendale.