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Emergenza siccità: in calo la produzione di latte. Mangimi alle stelle, acqua agli sgoccioli

Fa caldo, caldissimo secondo le medie stagionali, ed è piena emergenza siccità. Le vacche da latte, che amano le temperature più fresche, soffrono, mangiano meno e riducono le produzioni, aumentando invece il consumo di acqua. Una situazione che, in parte, si verifica tutte le estati ma quest’anno il caldo è record, l’acqua non c’è e i costi dell’energia hanno raggiunto livelli impensabili, rendendo oltremodo costose soluzioni come i raffrescatori o le doccette, usualmente adoperati in stalla. Gli effetti di queste condizioni si riversano anche sul costo dei mangimi, perché il caldo e la mancanza d’acqua incidono sui raccolti e sulla loro qualità (basti pensare al tema delle aflatossine nel mais, che proprio il caldo torrido favorisce). Anche al pascolo le cose non vanno meglio. Se l’erba mancava, fino a poco tempo fa, oggi sui prati c’è, ma temperature e siccità l’hanno resa subito secca e poco appetibile per gli animali.

Oltretutto le previsioni non lasciano spazio all’ottimismo: nelle prossime due settimane le temperature saliranno ancora, con punte che potrebbero andare ben oltre i 40 gradi in pianura. Una situazione che si fa sempre più drammatica: di latte ce n’era già poco e le previsioni, per le prossime settimane, parlano di un ulteriore calo di oltre il 10%. Con tutte le conseguenze sul prezzo, sia alla stalla che dei prodotti finiti al consumo. Sul fronte istituzionale, è atteso un decreto governativo per sostenere le regioni in difficoltà ma già oggi le amministrazioni locali si stanno muovendo con misure straordinarie. C’è chi raziona l’acqua, chi ne vieta l’utilizzo di notte e anche chi, come l’Emilia Romagna, ha già dichiarato lo stato di emergenza, invitando tutti i comuni della regione a emettere ordinanze per la riduzione degli utilizzi non indispensabili.

Emergenza siccità, Enel: in Lombardia l’acqua per l’agricoltura è agli sgoccioli

L’acqua è agli sgoccioli: tutta la disponibilità è stata impiegata per coprire la necessità del comparto agricolo nei prossimi 10 giorni“. È quanto ha riferito il legale rappresentante di Enel, Giovanni Rocchi, in audizione alla commissione congiunta di Agricoltura e Montagna di Regione Lombardia, convocata in via straordinaria proprio per la grave crisi idrica e per l’emergenza siccità. L’acqua destinata all’agricoltura, insomma, è praticamente finita. “È stato fatto tutto il possibile, ma le riserve sono finite. Tutta l’acqua a disposizione è stata ripartita nel tempo richiesto. Questa situazione sarà ancora gestibile per i prossimi 10, massimo 15 giorni”, ha avvertito il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana.

Cremona: una settimana per salvare le stalle

“O piove, o ci viene in soccorso l’Enel con i suoi bacini idrici, oppure fra sette giorni nel cremonese non avremo più acqua”. Così Libero Stradiotti, presidente del Consorzio del Provolone Valpadana e vicepresidente del Consorzio di bonifica civico naviglio di Cremona. Oggi, con quanto viene razionato, gli agricoltori coprono circa il 75% del loro fabbisogno, nei campi. “Di per sé non sarebbe male se non fosse che proprio in questi giorni il mais è al massimo della fioritura e ha bisogno di acqua”. Quanto al latte, secondo Stradiotti oggi per l’allevatore è più conveniente venderlo al mercato del fresco piuttosto che conferirlo per i prodotti Dop, con tempi di pagamento più lunghi. “Il risultato è già una mancanza di latte per i formaggi stagionati che metterà a serio rischio la produzione per i prossimi mesi”.

Patuanelli: “Necessario l’obbligo assicurativo”

“Ritengo che stato di emergenza e calamità debbano viaggiare insieme, perché da un lato c’è necessità di garantire che l’attività della Protezione civile possa esplicarsi in modo coordinato in tutte le Regioni anche per l’abbeveraggio del bestiame per quanto riguarda l’agricoltura. In più c’è la possibilità di intervenire per la razionalizzazione degli usi idrici, ma già le Regioni e le Autorità di bacino possono farlo. Lo stato di calamità invece ci consente di superare i limiti della 102, cioè della norma che consente di intervenire soltanto in deroga sui danni assicurabili”, ha spiegato il ministro per le Politiche Agricole, Stefano Patuanelli. “Al momento preoccupano il mondo agricolo soprattutto le colture di mais e soia, ed è in forte sofferenza il riso. Un po’ meno preoccupazioni per il grano tenero e duro che anzi ha maggiori possibilità di stoccaggio per la stagione autunno/inverno per l’assenza di umidità. In generale, il Sistema Paese non ha brillato sul tema per infrastrutture e per le competenze ripartire in tre ministeri, quello Infrastrutture e Trasporti, il Mite, e in parte il Mipaaf. E ciò non agevola il coordinamento degli interventi per una tenuta del sistema idrico nazionale anche in un momento di siccità”. Infine, per quanto riguarda il futuro, Patuanelli aggiunge: “Credo sia necessario un percorso di avvicinamento, scandito nel tempo in modo intelligente, all’obbligo assicurativo“.

Centinaio: in arrivo un decreto per aiutare le regioni in difficoltà

“A fronte di una situazione grave e drammatica per quanto riguarda l’agricoltura, si sta pensando ad un decreto, con varie ipotesi sul tavolo, per aiutare i settori e le Regioni che sono maggiormente in difficoltà“, ha affermato il sottosegretario al Mipaaf, Gianmarco Centinaio. “Dopo 70 anni anche la Pianura Padana rientra in questi territori in difficoltà, anche perché non ha nevicato quest’anno, con i grandi fiumi come il Po che non hanno portata, in questo momento quei terreni rischiano di diventare inutilizzabili perché, avanzando il mare, viene ad impattare anche sull’acqua dolce”.