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Accordo Ue-Nuova Zelanda, negoziati sempre più intensi. Anche per l’accesso al mercato dairy

Negli ultimi mesi i negoziati per un accordo commerciale tra Nuova Zelanda e Ue hanno subito una decisa accelerazione, da entrambe le parti, anche se gli incontri hanno avuto ben poca visibilità mediatica. A darne notizia è una nota di Eda, l’European Dairy Association, secondo cui la cadenza dei viaggi delle delegazioni ufficiali neozelandesi a Bruxelles raggiungerà il picco a maggio e giugno 2022, segno della volontà di stringere il negoziato commerciale fra le due parti. L’intesa preoccupa il settore lattiero caseario, anche vista la posizione della Nuova Zelanda nel mercato mondiale. Sull’argomento dell’accesso al mercato lattiero caseario Ue, nell’estate 2020 la Commissione aveva presentato una prima proposta e, un anno dopo, ha rilasciato una versione modificata, tenendo in considerazione alcune delle richieste avanzate da Eda. Il settore lattiero caseario dell’Ue, spiega la nota di Eda, investe molto nella sua trasformazione verde per rispettare gli impegni del Green Deal, ma deve affrontare sfide senza precedenti a livello di allevamento e trasformazione: gli studi dimostrano che la politica del Green Deal da sola aumenterà il costo della produzione di latte nell’Ue di oltre 30% entro il 2030, rischiando di minare la competitività internazionale del settore lattiero caseario europeo.

Nel quadro geopolitico odierno, la Commissione Ue sembra pronta a cedere alle importanti richieste neozelandesi di accesso al mercato lattiero caseario dell’Unione, in particolare sui prodotti ad alto valore aggiunto. La presidenza francese dell’Ue, che ha avuto un approccio molto riluttante a questi negoziati commerciali, terminerà il 30 giugno e la principale visita della delegazione neozelandese in Europa sembra essere prevista per luglio 2022, aggiunge l’Eda. Che spiega: “Abbiamo segnalato le nostre serie preoccupazioni ai responsabili politici, sottolineando il fatto che l’apertura del nostro mercato interno dell’Ue per i prodotti lattiero caseari di paesi terzi ora è irresponsabile“.