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Costi di produzione aumentati: punto di non ritorno per le Cooperative

Non è una notizia di oggi, ma sembra che ormai si sia giunti al punto di non ritorno. L’aumento dei costi di produzione pesa sempre più sulle aziende. E un confronto serio sulla gestione dei rincari non è più rinviabile. A metterlo nero su bianco il mondo cooperativo, che lancia l’allarme.

“Abbiamo sempre cercato di remunerare il giusto prezzo dei prodotti agricoli conferiti in cooperativa nonostante le difficoltà del periodo”, sottolinea Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare, alla luce dei dati di un’indagine interna di Legacoop Agroalimentare che mostra come i margini della cooperazione siano inferiori a quelli dell’industria di settore. 

“Bisogna dirlo in maniera chiara la cooperazione è in sofferenza: da soli non possiamo più gestire l’aumento dei costi. Ci deve essere il contributo di tutta la filiera, dal campo allo scaffale”.

E ora la palla passa agli altri attori della filiera, per un sempre più urgente confronto risolutivo.

Costi di produzione: incognita bilanci 2022

Il grido di allarme di prospettiva della cooperazione si legge nei numeri. Come spiega Sara Guidelli, direttore generale di Legacoop Agroalimentare: 

“Nonostante un 2020 molto difficile per la pandemia, il valore della produzione delle associate è cresciuto dell’1,89% rispetto al 2019, attestandosi a circa 9.478 milioni di euro. Ma a pesare sono costi e margini”. 

“L’incidenza del valore aggiunto sulla produzione è stata del 15,42% nel 2020 con un risultato netto di appena 1,40%. È un valore molto basso se paragonato alle performance dell’industria privata, che nel 2020 registra il 16,37% di valore aggiunto e il 4,85% di risultato netto”. 

Cristian Maretti commenta così l’analisi:

“Ci domandiamo quanto possiamo andare avanti ancora. Con il prezzo attuale delle materie prime, con l’aumento dei costi di produzione (energia, imballaggi, plastica) e con il margine risicato che le nostre cooperative hanno per garantire servizi e una equa remunerazione ai soci, siamo in grande difficoltà. Occorre si acquisisca un senso di responsabilità in tutta la filiera”.

“Noi non siamo una cenerentola”, riprende Guidelli. “La cooperazione agroalimentare è nata per rispondere alle esigenze dei soci agricoltori ed i soci agricoltori siedono nei consigli di amministrazione. In tanti parlano di filiera, ma gli agricoltori nei CdA li abbiamo solo noi. Conseguentemente abbiamo margini di riuscita più stretti se prendiamo in considerazione la sfida in prospettiva di rispettare l’impegno di pagare il giusto prezzo per i prodotti agricoli”. 

E su questo aspetto, il presidente di Legacoop Agroalimentare conclude:

“La cooperazione remunera i propri soci sacrificando i margini, un principio che non vogliamo tradire ma allo stesso tempo bisogna essere realisti, il mercato ci impone delle sfide alle quali non possiamo sottrarci. Abbiamo rispettato i valori del nostro sistema ma l’incognita è come chiuderemo i bilanci nel 2022”.

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